Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bullo e a capo, domani l’ultimo ciak Vent’anni di canestri al Massimo
IL CONGEDO DI UN GRANDE EX BIANCOVERDE
VARESE Un film lungo vent’anni. Il primo ciak nel 1998, Forlì-Viola Reggio Calabria, serie A2: uno scricciolo (1.88, vabbè, ma con le scarpe da gioco, forse...) ventenne con la maglia dei romagnoli ne mette 12 all’esordio e fa andare a letto con il mal di testa un certo Manu Ginobili che sì, ha vent’anni pure lui, ma è sempre Manu Ginobili, su. Quello scricciolo è Massimo Bulleri. L’ultimo ciak domani sera al PalaRuffini, dove un quasi quarantenne con la canotta numero 6 della gloriosissima Varese saluterà il basket giocato dopo aver messo una pietra importante nella stagione biancorossa. Quel quarantenne è sempre lui, Massimo Bulleri.
Ciao palla a spicchi, ciao parquet. Il Bullo saluta e si lascia alle spalle allenamenti, sedute di tiro, palestra, partite. Due scudetti vinti, quattro Coppe Italia, una Saporta, una finale di Eurolega, due volte Mvp del campionato, un bronzo europeo con l’Italia e un argento olimpico nel 2004 che fa ancora parlare. Ciao basket, ti saluto dopo quasi 600 partite nel massimo campionato e più di 4000 punti segnati. Ti saluto ed è difficile perché ti ho tanto amato, perché mi hai fatto tanto bene e anche tanto male come in ogni rapporto d’amore autentico. Domani l’ultima partita del Bullo da Cecina, classe 1977, altra generazione di giocatori. Quelli, per capirsi, che il gioco lo conoscono tutto. Domani l’addio ma ieri la festa, a Masnago, in uno dei palasport più gloriosi d’Italia. Si sono ritrovati in tanti, com’è giusto che sia perché lascia uno dei giocatori più importanti e vincenti degli ultimi vent’anni. La festa con tanti amici che hanno condiviso con lui buona parte di strada, all’interno di una carriera che il più lo ha detto a Treviso, nelle stagioni in cui la Benetton dettava legge, e poi con una stagione alla Reyer Venezia, all’inizio di un tramonto lunghissimo.
A Masnago, tempio del basket varesino, c’erano Charlie Recalcati («Di Massimo ricordo il talento e la serietà, puntai la mia Nazionale su di lui, Basile e Galanda»), Dino Meneghin («Forte, prezioso, carico: un uomo che ora deve prestare la sua intelligenza e la sua forza d’animo alla pallacanestro italiana»), Denis Marconato («Con lui un feeling particolare in campo, in palestra abbiamo lavorato come matti per migliorare: quanti blocchi gli ho portato e quanti assist ho ricevuto...»), Renato Pasquali, il coach che lo scoprì ragazzino a Livorno («Andava come una scheggia e ha sempre avuto una qualità innata: saper farsi trovare pronto quando serviva»). E poi tanti altri, da Massimo Iacopini a Toto Bulgheroni, patron varesino che gli ha consegnato, incorniciata, la maglia biancorossa numero 6, l’ultima della carriera.
Fin qui il parterre, per quanto reale. E il protagonista? «Non ho ancora realizzato bene – dice – ma ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno accompagnato in questa lunga avventura, ad iniziare dalla mia famiglia. Il ricordo più bello? L’argento di Atene con la maglia azzurra, qualcosa che non posso descrivere neppure a tredici anni di distanza». Parole al miele per Treviso, la sua seconda casa: «Lì ho trascorso gran parte della mia carriera, ho vinto tanto e ho conosciuto tanti amici: non potrò mai dimenticare l’applauso del Palaverde l’anno scorso, quando ai playoff con Ferentino affrontai Treviso basket». Poi l’anno a Venezia, nella piena maturità: «Un’annata positiva, era finita l’era Benetton e la società mi diede fiducia, riuscimmo a conquistare i playoff: non posso che ringraziarli». Per chiudere uno sguardo anche al finale di stagione delle due venete di punta. «La Reyer è ormai una società di riferimento per il basket italiano, ha tutto quel che serve per andare molto avanti nei playoff. Se dovessi puntare un euro lo metterei su una finale MilanoVenezia. Treviso in A2 ha vinto la stagione regolare anche quest’anno. C’è un progetto serio e un programma a lungo termine: i playoff della A2 sono molto difficili ma spero di vedere la De’ Longhi giocarsi la finale per tornare nel massimo campionato».