Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Un muro sull’Isola di San Giorgio Pae White e la poetica delle barriere

- Fabio Bozzato © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Sono tempi di muri, minacciati o costruiti, per separare e respingere. Pae White ne costruirà uno sull’Isola di San Giorgio (foto Enrico Fiorese). Per farlo, utilizzerà migliaia di mattoni di vetro colati a mano dall’impresa veneta Poesia Glass Studio. Sarà lungo 75 metri e alto 2,4. Per metà trasparent­e e per il resto utilizzand­o 26 colori diversi, ognuno con effetto cromatico a tempesta. Qwalala, così si chiama, è un’installazi­one site-specific, visitabile dal 12 maggio prossimo al 30 novembre 2018 (tutti i giorni, salvo il mercoledì, dalle 10 alle 19). Qwalala è un termine usato dal popolo nativo Pomo, significa «luogo in cui scende l’acqua», per riferirsi al corso sinuoso del fiume Gualala nella California del Nord. Pae White, americana, classe 1963, usa in questo caso la poetica dell’amarezza sull’ossessione delle barriere che stanno sbucando ovunque come confini alti e impenetrab­ili. Ma il suo uso virtuoso e sognante del vetro ne svela anche la debolezza e l’urgenza ineludibil­e di valicarli, di sognare di stare dall’altra parte. Per fare il suo muro, Pae White attinge a fonti e linguaggi diversi, coniugando pittura e tecnologia. Così, il cromatismo tenue dei blu, verdi, rosa, grigi e marroni si rifà all’arte vetraria romana del Primo secolo creati mescolando zolfo, rame, manganese e altri metalli e minerali. D’altra parte, la semplicità delle linee nasconde una complessa opera di ingegneria. Qwalala è la seconda di una serie di commission­i per «Le stanze del vetro», un programma di opere affidate ogni due anni dalla Fondazione Cini e dalla Pentagram Stiftung ad artisti di fama internazio­nale.

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