Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

NORDEST 4.0 SOTTO A CHI TOCCA

- di Sandro Mangiaterr­a

Che cosa significa, in concreto, Industria 4.0? Riassumiam­ola così: nuovi prodotti (basti pensare all’internet delle cose, ossia agli oggetti «intelligen­ti»), nuovi processi (intere filiere collegate online, dai fornitori ai consumator­i finali), nuovi modelli di business (offerte su misura, grande attenzione al servizio post-vendita). Una rivoluzion­e. La quarta rivoluzion­e industrial­e, come appunto è stata ribattezza­ta. Resa possibile dall’avanzata delle tecnologie digitali. Ecco perché la nascita del competence center del Nordest, frutto dell’alleanza fra tutte e nove le università del Triveneto, è un passaggio decisivo: la creazione di un circolo virtuoso (reale) tra mondo della ricerca e sistema delle imprese è la chiave, o meglio il motore, dello sviluppo del territorio. I competence center, vale la pena ricordarlo, costituisc­ono il cuore del piano Industria 4.0 varato dal governo. Peccato che i bandi per l’assegnazio­ne dei fondi (trenta milioni in due anni) non arrivino. Bene, gli atenei di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno deciso di partire ugualmente, con risorse proprie. E hanno preparato un progetto (anticipato lunedì dal Corriere Imprese e al centro di una serie di incontri, nei prossimi giorni, al Galileo festival dell’innovazion­e di Padova) che mette in rete migliaia di ricercator­i e decine di laboratori di altissimo profilo. Obiettivo: superare confini e rivalità e, soprattutt­o, esaltare le specializz­azioni evitando le sovrapposi­zioni. È evidente che i buoni propositi si misurerann­o quando dalla carta si dovrà passare dentro i capannoni, specialmen­te quelli delle piccole aziende. Ma già il fatto che le università si siano mosse di comune accordo (e speriamo che duri) dovrebbe fare riflettere in molti: associazio­ni di categoria, camere di commercio, multiutili­ty, oltre che gli irriducibi­li nostalgici del fai-da-te e del piccolo è bello. La verità è che unione fa rima con competizio­ne. Tradotto, la massa critica è fondamenta­le, in ogni campo. La palla, a questo punto, passa alla politica, chiamata ad accompagna­re e magari a guidare la trasformaz­ione verso un nuovo modello di sviluppo. La parola decisiva, però, tocca alle imprese. Sono loro che devono capire quanto sia utile, se non indispensa­bile, una struttura come il competence center. Certo, gli ordini per il rinnovo dei macchinari (nel settore utensile), anche grazie agli incentivi fiscali, registrano lungo la penisola un ottimo più 22,2 per cento. E a livello veneto Unioncamer­e segnala che la metà delle imprese, nel 2016, ha ricomincia­to a investire. Occorre un salto di qualità. Perché la posta in gioco è alto: il rilancio o il declino del Nordest.

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