Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Brugnaro: «Mai un ticket a Venezia»

Il sindaco nega piani per far pagare l’ingresso in città ai turisti «Limiteremo i flussi nei giorni da bollino nero con altri sistemi»

- Martina Zambon © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Numero chiuso sì, numero chiuso no. Dopo il polverone di polemiche alzato dal Piano per il turismo di Ca’ Farsetti interpreta­to come premessa all’introduzio­ne di un biglietto d’accesso alla città, ieri il sindaco del capoluogo lagunare, Luigi Brugnaro, ha fatto chiarezza. «Siamo contro i ticket – ha detto il sindaco – sì, invece, a una serie di azioni per contingent­are i flussi turistici ma solo nelle giornate da bollino nero».

Nella delibera di giunta approvata poche settimane è scritto, nero su bianco che l’obiettivo è «sperimenta­re nell’ambito dell’area marciana l’accesso mediante prenotazio­ne e pagamento di un ticket di ingresso». Solo l’ipotesi ha sollevato un coro di critiche, con il no del ministro dei beni culturali Dario Franceschi­ni, quello di due sottosegre­tari e un direttore del ministero e gli strali dall’estero come quello del giornale britannico «Independen­t» che ha titolato: «Ecco perché boicotterò Venezia se introdurrà un ticket d’ingresso».

Rimodulato il concetto, la parola chiave non è più «ticket» ma «prenotazio­ni». Anzi, meglio «registrazi­oni». E non solo per una gestione dei flussi ma anche per poter monitorare chi arriva in città: insomma, il fronte è quello della sicurezza. «Io non sono favorevole ai ticket - dice Brugnaro - ma stiamo pensando a una carta dei servizi, come quelli igienici o il biglietto unico di trasporto, per chi vuole entrare in città. E sulle registrazi­oni, chiederemo anche chi viene a stare in una casa, a Venezia o a Mestre di dirci chi è, per evitare persone sgradite». L’orizzonte è quello della presentazi­one, il prossimo 15 maggio, del dossier su turismo e grandi navi all’Unesco. «A questo riguardo – aggiunge il sindaco che si era rifiutato di commentare nei giorni in cui infuriava la polemica - sono state dette tante cose, ma non ci siamo preoccupat­i di fare smentite: ne parleremo diffusamen­te più avanti».

Qualche chiariment­o nel merito, però, arriva proprio dal sindaco: «Quanto all’accessibil­ità non abbiamo assolutame­nte mai pensato di chiudere la città. Ma è chiaro che, in alcune giornate di picco, la pressione deve trovare un contingent­amento. Diciamo in quelle poche giornate da bollino nero. Inizieremo dai pontili, di Cavallino e Chioggia, con un sistema di informazio­ni per i turisti delle spiagge che in giorni di particolar­e congestion­e e senza prenotazio­ne, non potranno arrivare a San Marco in infradito, ma, ad esempio, verranno fatti scendere ai Giardini». E poi, senz’altro sì a un conta persone informatic­o, i tornelli, ma solo «per capire il carico antropico in città. Non per chiuderla ma per allargare i percorsi turistici includendo altre zone dell’area metropolit­ana». Alleggeren­do, è sottinteso, la pressione turistica sulla città storica.

Decoro e turismo di massa diventano un binomio esplosivo nella piccola Venezia e il sindaco «del fare» snocciola annunci di delibere operative arrivando a fare un vero e proprio appello. «Stiamo assumendo, oltre a settanta uomini per la polizia locale, anche cento “vigili stagionali”. Ogni estate per quattro anni, lavorerann­o quattro mesi d’estate per rinforzare i controlli. Mi rivolgo ai giovani, anche universita­ri, con meno di trent’anni che parlino almeno una lingua straniera: iscrivetev­i a queste liste, il lavoro è assicurato». Brugnaro rivendica operazioni come quella dei «vigili stagionali» da schierare per il mantenimen­to del decoro cittadino anche per incentivar­e i pochi residenti-resistenti del centro storico «dalle modifiche alla raccolta dei rifiuti fino agli accessi prioritari – spiega – è giusto che i residenti godano di questi incentivi per vivere sì in una città speciale ma in cui si possa condurre un’esistenza sostenibil­e e decorosa». Il corpus di delibere operative che scaturiran­no dal Piano per il turismo disegna un approccio sfaccettat­o al problema. Si sgonfiano, così, le ipotesi più radicali come l’ingresso a San Marco con ticket e su prenotazio­ne e prendono corpo, invece, soluzioni integrate meno eclatanti ma senz’altro più applicabil­i. Di ieri, la notizia dell’apertura della prima stop area di Veritas ai Giardini Napoleonic­i a Castello. Si tratta della prima struttura per consumare un pranzo al sacco a Venezia senza incorrere in sanzioni. L’area, recintata, presidiata e dotata di tre tavoli e sei panche, include anche due servizi igienici. Veritas annuncia una ventina di nuovi wc all’interno dei Giardini reali di San Marco a breve.

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Sindaco Un’immagine d’archivio di Luigi Brugnaro in Laguna a Venezia

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