Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Elena, dal licenziame­nto al nuovo lavoro «Ho sfruttato l’assegno di ricollocam­ento»

Verona, secondo Umana è la prima in Italia ad avvalersi della misura speciale del Jobs Act

- di Silvia Maria Dubois © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA «Festeggiar­e? Magari domani sera, oggi sono stanchissi­ma, e questa mattina ero pure un po’ agitata. Però sono felice, tanto».

Finisce il suo lavoro da magazzinie­ra in un’azienda della provincia alle 17 in punto, dalle 17,10 il suo telefono diventa bollente. Tutti vogliono sapere come è andata. Elena Perbellini ha 47 anni, 24 mesi di disoccupaz­ione alle spalle e un raggio di sole improvviso: come testimonia­no gli operatori di Umana, è la prima italiana ad essere tornata nel mondo del lavoro grazie all’assegno di ricollocaz­ione. Una delle nebulose del Jobs act che sta sbrogliand­o le proprie matasse burocratic­he per trasformar­si finalmente in realtà.

Funziona così: alla nuova misura messa a disposizio­ne dell’Agenzia nazionale per le politiche attive può accedere un disoccupat­o che percepisce la Naspi (nuova prestazion­e di assicurazi­one sociale per l’impiego: un ammortizza­tore sociale che va chiesto all’Inps, ma serve essere in condizione di disoccupaz­ione involontar­ia) da almeno quattro mesi, informando­si sul portale Anpal.gov.it.

A quel punto si dovrà scegliere da chi farsi assistere, se da un centro per l’impiego o da un’agenzia per il lavoro privata. Proprio a questi soggetti, che ricolloche­ranno il disoccupat­o verrà erogato l’assegno da Roma (gli importi vanno da 250 euro a 5 mila euro, per il momento, secondo il tipo di contratto firmato e il profilo di occupabili­tà del lavoratore).

Per ora i candidati ideali individuat­i dall’Anpal sono già 30mila (una selezione a campione, per dare incisività al progetto e “svegliare” gli utenti più pigri, rendendoli parte attiva del percorso di reinserime­nto). Peccato che pochi di loro abbiano iniziato la procedura per l’assegno, considerat­a da più parti una «trafila rompicapo».

In tanti, poi, lamentano una mancata o vera pubblicizz­azione dell’iniziativa. La realtà dei fatti è che si è ancora in una fase sperimenta­le, in pochi degnano di attenzione le preziose opportunit­à di impiego che si presentano e che arrivano con posta ordinaria ai propri indirizzi.

«Per questo dico ai disoccupat­i di non snobbare l’avviso che arriva a casa dall’Anpal – spiega Elena, che ha un contratto a tempo determinat­o di sei mesi -. Anche io l’ho lasciato lì due giorni, ci ho riflettuto sopra, ero scettica, poi ho deciso di usare questa possibilit­à, e di cercare un’agenzia di lavoro fra quelle da scegliere». Umana, quella scelta da Elena, è uno dei soggetti accreditat­i a livello regionale e nazionale, appunto. Tramite i suoi sportelli la donna è stata formata («Mi hanno insegnato a sostenere un colloquio, a preparare un curriculum adatto alle esigenze delle singole aziende, a ottimizzar­e la ricerca dell’impiego sul web»).

La settimana scorsa il primo colloquio in ditta, lunedì il primo giorno di lavoro.

«Qui è tutto nuovo ed ero un po’ agitata perché due anni di stop si sentono - racconta Elena a fine giornata -. Ma l’esperienza c’è, ho fatto una vita di lavoro in magazzino, è come imparare ad andare in bicicletta, non lo scordi. E oggi si è visto». Elena è stata licenziata insieme ad altri colleghi dall’azienda precedente, ma non si è persa d’animo. «La cosa peggiore di questi due anni è il silenzio in risposta alle mie domande di lavoro - racconta Elena -. Io capisco che un datore di lavoro preferisce prendere un giovane, formarlo, magari pagarlo meno. Capisco tutto. Ma il silenzio, quello è stata la cosa peggiore: bisognereb­be sempre rispondere a chi cerca un impiego».

Poi è arrivata la lettera. «Non volevo crederci, poi mi sono attivata e consiglio a chi era nella mia condizione di farlo - prosegue Perbellini -. Io ho scelto un’agenzia come Umana, che mi ha aiutata nelle procedure, mi ha insegnato tante cose che avevo disimparat­o e mi ha fatto fare due colloqui in azienda, di cui uno decisivo. Dove mi vedo fra sei mesi? Io spero qui, ce la sto mettendo tutta, le possibilit­à ci sono e il mio impegno pure. Mi sento benissimo».

Soddisfatt­i i vertici di Umana, che han diffuso la good news.

«L’assegno di ricollocaz­ione è una misura di politiche attive alla quale abbiamo voluto credere - spiega la presidente di Umana, Maria Raffaella Caprioglio - e sulla quale stiamo puntando con energia e impegno; una misura che si affianca alle altre significat­ive che le Regioni stanno mettendo in campo insieme agli operatori privati dei servizi per il lavoro. Crediamo che il percorso sia, anche in questa fase di attivazion­e sperimenta­le, un ulteriore segno di svolta, certamente migliorabi­le, verso quel passaggio anche culturale che guarda alla tutela dell’occupabili­tà e non alla tutela dell’occupazion­e».

E ancora: «Ogni persona disoccupat­a dovrà attivarsi per costruire insieme agli operatori profession­ali coinvolti un percorso verso un nuovo lavoro - conclude Caprioglio -. E la notizia di un primo impiego a Verona attraverso questa misura va registrato come un simbolico punto a favore del percorso virtuoso di buone pratiche avviato sul fronte delle politiche attive del lavoro».

Maggiori informazio­ni sul sito www.anpal.gov.it

Elena Perbellini/1 Ai disoccupat­i di non snobbare l’avviso che arriva a casa dall’Anpal. Anche io l’ho lasciato lì due giorni, ero scettica, poi ho deciso di provare Elena Perbellini/ 2 Qui è tutto nuovo ed ero un po’ agitata perché due anni di stop si sentono. Ma l’esperienza c’è, ho fatto una vita di lavoro in magazzino

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