Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Elena, dal licenziamento al nuovo lavoro «Ho sfruttato l’assegno di ricollocamento»
Verona, secondo Umana è la prima in Italia ad avvalersi della misura speciale del Jobs Act
VERONA «Festeggiare? Magari domani sera, oggi sono stanchissima, e questa mattina ero pure un po’ agitata. Però sono felice, tanto».
Finisce il suo lavoro da magazziniera in un’azienda della provincia alle 17 in punto, dalle 17,10 il suo telefono diventa bollente. Tutti vogliono sapere come è andata. Elena Perbellini ha 47 anni, 24 mesi di disoccupazione alle spalle e un raggio di sole improvviso: come testimoniano gli operatori di Umana, è la prima italiana ad essere tornata nel mondo del lavoro grazie all’assegno di ricollocazione. Una delle nebulose del Jobs act che sta sbrogliando le proprie matasse burocratiche per trasformarsi finalmente in realtà.
Funziona così: alla nuova misura messa a disposizione dell’Agenzia nazionale per le politiche attive può accedere un disoccupato che percepisce la Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego: un ammortizzatore sociale che va chiesto all’Inps, ma serve essere in condizione di disoccupazione involontaria) da almeno quattro mesi, informandosi sul portale Anpal.gov.it.
A quel punto si dovrà scegliere da chi farsi assistere, se da un centro per l’impiego o da un’agenzia per il lavoro privata. Proprio a questi soggetti, che ricollocheranno il disoccupato verrà erogato l’assegno da Roma (gli importi vanno da 250 euro a 5 mila euro, per il momento, secondo il tipo di contratto firmato e il profilo di occupabilità del lavoratore).
Per ora i candidati ideali individuati dall’Anpal sono già 30mila (una selezione a campione, per dare incisività al progetto e “svegliare” gli utenti più pigri, rendendoli parte attiva del percorso di reinserimento). Peccato che pochi di loro abbiano iniziato la procedura per l’assegno, considerata da più parti una «trafila rompicapo».
In tanti, poi, lamentano una mancata o vera pubblicizzazione dell’iniziativa. La realtà dei fatti è che si è ancora in una fase sperimentale, in pochi degnano di attenzione le preziose opportunità di impiego che si presentano e che arrivano con posta ordinaria ai propri indirizzi.
«Per questo dico ai disoccupati di non snobbare l’avviso che arriva a casa dall’Anpal – spiega Elena, che ha un contratto a tempo determinato di sei mesi -. Anche io l’ho lasciato lì due giorni, ci ho riflettuto sopra, ero scettica, poi ho deciso di usare questa possibilità, e di cercare un’agenzia di lavoro fra quelle da scegliere». Umana, quella scelta da Elena, è uno dei soggetti accreditati a livello regionale e nazionale, appunto. Tramite i suoi sportelli la donna è stata formata («Mi hanno insegnato a sostenere un colloquio, a preparare un curriculum adatto alle esigenze delle singole aziende, a ottimizzare la ricerca dell’impiego sul web»).
La settimana scorsa il primo colloquio in ditta, lunedì il primo giorno di lavoro.
«Qui è tutto nuovo ed ero un po’ agitata perché due anni di stop si sentono - racconta Elena a fine giornata -. Ma l’esperienza c’è, ho fatto una vita di lavoro in magazzino, è come imparare ad andare in bicicletta, non lo scordi. E oggi si è visto». Elena è stata licenziata insieme ad altri colleghi dall’azienda precedente, ma non si è persa d’animo. «La cosa peggiore di questi due anni è il silenzio in risposta alle mie domande di lavoro - racconta Elena -. Io capisco che un datore di lavoro preferisce prendere un giovane, formarlo, magari pagarlo meno. Capisco tutto. Ma il silenzio, quello è stata la cosa peggiore: bisognerebbe sempre rispondere a chi cerca un impiego».
Poi è arrivata la lettera. «Non volevo crederci, poi mi sono attivata e consiglio a chi era nella mia condizione di farlo - prosegue Perbellini -. Io ho scelto un’agenzia come Umana, che mi ha aiutata nelle procedure, mi ha insegnato tante cose che avevo disimparato e mi ha fatto fare due colloqui in azienda, di cui uno decisivo. Dove mi vedo fra sei mesi? Io spero qui, ce la sto mettendo tutta, le possibilità ci sono e il mio impegno pure. Mi sento benissimo».
Soddisfatti i vertici di Umana, che han diffuso la good news.
«L’assegno di ricollocazione è una misura di politiche attive alla quale abbiamo voluto credere - spiega la presidente di Umana, Maria Raffaella Caprioglio - e sulla quale stiamo puntando con energia e impegno; una misura che si affianca alle altre significative che le Regioni stanno mettendo in campo insieme agli operatori privati dei servizi per il lavoro. Crediamo che il percorso sia, anche in questa fase di attivazione sperimentale, un ulteriore segno di svolta, certamente migliorabile, verso quel passaggio anche culturale che guarda alla tutela dell’occupabilità e non alla tutela dell’occupazione».
E ancora: «Ogni persona disoccupata dovrà attivarsi per costruire insieme agli operatori professionali coinvolti un percorso verso un nuovo lavoro - conclude Caprioglio -. E la notizia di un primo impiego a Verona attraverso questa misura va registrato come un simbolico punto a favore del percorso virtuoso di buone pratiche avviato sul fronte delle politiche attive del lavoro».
Maggiori informazioni sul sito www.anpal.gov.it
Elena Perbellini/1 Ai disoccupati di non snobbare l’avviso che arriva a casa dall’Anpal. Anche io l’ho lasciato lì due giorni, ero scettica, poi ho deciso di provare Elena Perbellini/ 2 Qui è tutto nuovo ed ero un po’ agitata perché due anni di stop si sentono. Ma l’esperienza c’è, ho fatto una vita di lavoro in magazzino