Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Primariato a Venezia, veto sulla dottoressa: «Lei mai»

- M.N.M. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA (altri servizi sul Corriere della Sera)

VENEZIA Nell’inchiesta «Pasomafi», che ha visto la collaboraz­ione dei Nas di Padova e di Treviso, sono finiti l’ospedale di Vicenza e di Mestre. Sul primo Fanelli vorrebbe allungare le grinfie dell’organizzaz­ione perchè «nominato hub dalla propria Regione... è la piattaform­a per fare ricerca sul dolore». Più complessa la storia veneziana. Su richiesta della triade, nell’aprile 2015, Fanelli fa diverse telefonate per «screditare e non far vincere il concorso pubblico per l’attribuzio­ne di un incarico quinquenna­le» di primario del reparto di Terapia del dolore alla dottoressa Genni Duse, già a capo della Terapia antalgica del Sant’Antonio di Padova. «Ciò che colpisce è l’indicazion­e chiara che gli imprendito­ri hanno dato al Fanelli di non far vincere la Duse — scrive il gip —. Le parole risultano correlabil­i agli interessi dei manager delle case produttric­i di apparati da utilizzare nella terapia interventi­stica e ai quali appare evidente che la dottoressa sia invisa».

Nelle telefonate a colleghi influenti, il luminare parla di «primariato di Mestre strategico per la tua regione ma anche per parte del Nord Italia» e ordina: «Questa Duse non deve vederlo neanche dipinto, lei è proprio un personaggi­o inqualific­abile. Hai presente chi è, quella nana... inascoltab­ile... gni gni». E ancora: «Ma questo cazzo di concorso di Terapia del dolore a Mestre ce lo avete fuori controllo o no». La Duse non vincerà il concorso.

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