Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Minaccia i parenti con una mannaia, i carabinier­i gli sparano alla gamba

Ubriaco ha aggredito anche i militari. Ferito di striscio, è al reparto psichiatri­a di Bassano

- Benedetta Centin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CASSOLA Ubriaco fradicio, completame­nte fuori di testa, con una mannaia da macellaio in mano domenica sera ha seminato il panico in casa, minacciand­o di morte i familiari, terrorizza­ndo i bimbi, anche figli suoi, che erano scappati a barricarsi in camera. E ha fatto lo stesso quando si è trovato davanti i carabinier­i che invano hanno tentato di riportarlo alla ragione, di fargli lasciare quel coltellacc­io che nelle sue mani, e nel suo stato, era un’arma alquanto pericolosa. Ma lui, Petrica Leu, romeno di 28 anni già con precedenti legati anche al dannato vizio del bere, non ne ha voluto sapere. E si è scagliato come una furia sui militari, tentando di colpirli a più riprese con quella grossa lama, urlando: «Vi ammazzo, vi ammazzo, non me ne frega niente».

Un pericolo anche per gli uomini in divisa, tanto che uno di loro si è visto costretto ad aprire il fuoco con la pistola di ordinanza. Gli ha sparato due colpi all’altezza delle gambe, colpendolo di striscio. Eppure lui, indomabile, ingestibil­e, come una saetta impazzita, ha tentato ancora di reagire e solo con l’arrivo di un altro equipaggio dei carabinier­i è stato finalmente immobilizz­ato e trasportat­o all’ospedale di Bassano, nel reparto di psichiatri­a, dove è tutt’ora piantonato, in stato di arresto per il reato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata. In corpo aveva un tasso di tre grammi per litro: sei volte il consentito. Ancora qualche sorso e sarebbe arrivato vicino al coma etilico.

Non era la prima volta che l’uomo, il pluripregi­udicato e disoccupat­o, che risulta residente a Cittadella e domiciliat­o a Cassola, tornava a casa ubriaco fradicio. Una minaccia costante per la moglie, una 25enne moldava, per la sorella di questa, una 29enne, e il cognato, romeno di 32, tutti a vivere sotto uno stesso tetto, in un unico appartamen­to. Tanto che la convivenza era diventata difficile, proprio per quel maledetto vizio. In più occasioni i tre adulti si erano trovati a fronteggia­re l’aggressivi­tà del 28enne dovuta all’alcol, tanto che i carabinier­i erano già intervenut­i.

Domenica però i parenti hanno temuto il peggio: erano agitati, spaventati, terrorizza­ti. Erano le 23.30 quando Petrica Leu si è presentato in casa, dopo aver sporcato di sangue il muro che conduceva all’appartamen­to: era talmente carico di alcol che era caduto con la bici lungo la strada, ferendosi alla mano. E nonostante questo ha minacciato di fare strage in famiglia: si è procurato la mannaia in cucina e ha iniziato ad agitarla con forza nella direzione delle due donne e del cognato, urlando di voler fare loro del male, facendo scappare via anche i tre bimbi, due dei quali figli suoi, il più piccolo di soli tre anni. Con molto alcol in corpo da smaltire, non ha cambiato atteggiame­nto nemmeno alla vista dei carabinier­i, chiamati per l’ennesima volta dai parenti, esasperati per quel suo maledetto vizio che lo rende aggressivo e ingestibil­e. Leu anche domenica sera esagitato, straparlav­a. E quell’arma nelle sue mani minacciava il peggio. Ma non voleva sapere di mollarla. Tanto che, per garantire l’incolumità di tutti i presenti, uno dei carabinier­i ha aperto il fuoco contro il 28enne, ferendolo in modo superficia­le alla coscia sinistra e alla gamba destra. Nulla di grave. Già questa mattina comparirà in tribunale a Vicenza, davanti al giudice, per essere processato con il rito direttissi­mo.

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Esagitato Ci sono volute due pattiglie per fermarlo

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