Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
M5s e comitati: «Stroncatura definitiva» e Puppato rincara: apriranno l’inchiesta
VENEZIA Loro l’avevano detto. Magari non entrando così nel dettaglio ma nelle ore macinate a dibattere sulla Pedemontana le opposizioni avevano posto le medesime domande della Corte dei Conti. Che, messe tutte in fila e concentrate fanno tutt’altro effetto, soprattutto sotto il cappello di quella frase in premessa sul «potenziale danno erariale». E fa dire alla senatrice Laura Puppato che alla fine «Sarà danno erariale. Manca l’ufficialità ma l’intenzione di aprire la procedura è evidente dalla nota della Corte, una vera e propria bomba che farà scoppiare il progetto Pedemontana e probabilmente avrà riflessi sull’intera vita politica del Veneto», assicura. A Palazzo Madama l’ha letta come una bocciatura senza appello anche il senatore Enrico Cappelletti . «È l’ennesimo atto, speriamo la stroncatura definitiva, di una opera pubblica nata male con Galan e gestita peggio con Zaia», dice. A Palazzo Ferro Fini invece aspettano di sapere come risponderà la Regione. «Siamo in vigile e curiosa attesa - sorride il capogruppo 5S Jacopo Berti - Quelle che pone la Corte dei Conti sono domande degne della Salerno Reggio-Calabria del Nordest. Un incubo». Dalla nota del magistrato Mezzera si comprende che non c’è stato un dialogo fitto tra Regione ed enti di controllo, in questi mesi. «Eppure in commissione i dirigenti avevano assicurato che interloquivano con la Corte dei Conti e con l’Autorità Anticorruzione - ricorda Marino Zorzato, Area Popolare - Invece arriva una nota che chiede di provare che non c’è danno erariale obiettando che non è dimostrato l’incremento di traffico e che cambia il soggetto del rischio contrattuale». Cosa che viola le norme europee, fa notare dal Pd Andrea Zanoni: «Per Zaia, la sua giunta e la maggioranza sono cavoli amari decretaPerché la Zaiatax ed il terzo atto aggiuntivo vengono giudicate dalla Corte dei Conti passibili di violazione del diritto comunitario». La Regione ricorda spesso che ha preso in carico la superstrada solo lo scorso gennaio. «Ma la Corte dice che il tema dell’assunzione del rischio e i tempi del closing potevano essere richiamati già nell’atto aggiuntivo del 2013, atto che fece la giunta Zaia», nota a il dem Stefano Fracasso. Le carenze tecniche di quella convenzione le aveva ammesse anche la direttrice generale Ilaria Bramezza, ricorda da Articolo 1 Mpd Piero Ruzzante. «Disse e scrisse che la Convenzione 2009 e il successivo atto aggiuntivo 2013 non prevedevano esplicitamente alcun termine per il closing e quindi nessuna clausola di risoluzione contrattuale per interruzione dei lavori per mancato reperimento delle risorse finanziarie osserva - E adesso sapete quant’è la penale? Massimo 10% del valore dell’opera. Ridicola, per una strada che porta nelle tasche di Sis 40 miliardi. Mi auspico la Corte vada davvero fino in fondo». «Veramente non si capisce come mai la Regione continua a rinviare la relazione alla Corte - si interroga Graziano Azzalin, Pd - Sono stati celeri nel mettere le mani in tasca ai veneti? Con la stessa celerità, diano il massimo di informazione e trasparenza visto che a noi risposte convincenti non ne sono state date». «È dovere di chi sta seguendo questa operazione, fornire spiegazioni esaurienti - osserva Stefano Casali, tosiano - Fior fior di dirigenti appositamente delegati». Per i comitati, il solo fatto che la Corte tenga la lente sulla Pedemontana allontana il closing. «Mezzera firma 13 punti pesantissimi, capaci di mettere la pietra tombale sull’aggiudicazione dei bond della Sis - dice Matilde Cortese, portavoce bassanese del Covepa - La prossima asta dei bond appare uno scoglio insuperabile».