Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Unioni civili, un anno dopo Numeri bassi? Tutto normale

- SEGUE DALLA PRIMA Vittorio Filippi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Per due semplici motivi. Il primo è statistico, il secondo è culturale. Gli omosessual­i sono grosso modo tra il 2 ed il 6 per cento della popolazion­e, più probabilme­nte attorno al 3 per cento. Questo è il bacino umano – ovviamente contenuto – che potenzialm­ente può essere interessat­o alle cosiddette nozze gay. Potenzialm­ente però: perché, in questi tempi di «amore liquido», la formalizza­zione giuridica dell’unione di coppia interessa sempre meno.

Agli eterosessu­ali in primis: basta vedere i dati continuame­nte decrescent­i dei matrimoni e della nuzialità. Sostituiti dalle convivenze e dalle coppie a distanza (stile Paperino e Paperina per intenderci).

E perché mai gli omosessual­i non devono vivere la stessa tendenza culturale alla deistituzi­onalizzazi­one dello stare insieme? In ogni caso i dati dei principali paesi europei che hanno introdotto i matrimoni omosessual­i dicono che questi girano attorno al 2 per cento del totale dei matrimoni. E così i Pacs francesi.

Una percentual­e – è stato calcolato assai vicina a quella delle unioni civili che saranno presumibil­mente celebrate in Italia quest’anno. Non si diffondono quindi chissà quali amorali architettu­re affettive. Sempliceme­nte un anno fa è nato un diritto: il cui utilizzo però si proporzion­a con i numeri della popolazion­e interessat­a e con l’attuale cultura dell’amore di coppia. Tutto qui.

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