Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Camper, tende e un mare di stand Treviso presa d’assalto dagli alpini
Questa mattina l’alzabandiera apre ufficialmente la festa, ma sarà un’adunata blindata
TREVISO Quella del 1994, l’ultima Adunata nazionale alpina a Treviso, era stata una festa enorme per una città con poco più di 80 mila abitanti. Ma non è paragonabile con l’impatto che sta avendo sulla città e sui trevigiani l’evento scattato ieri mattina presto, con i primi arrivi delle penne nere negli accampamenti e il riversarsi in centro storico di decine di migliaia di persone: un’invasione pacifica, canterina, allegra e col brindisi facile, che ha richiesto la trasformazione del centro storico in una zona pedonale mai vista prima.
È iniziata ieri la manifestazione che prevede di portare nella Marca quasi mezzo milione di visitatori. Gli accampamenti ormai sono quasi tutti pieni, fra camper, tende e sacchi a pelo. Si riempiono anche le palestre delle scuole della città e della cintura urbana, le piazzole di sosta accanto ai distributori di benzina, i giardini delle villette di periferia: gli ospiti ormai hanno preso posto ovunque e in ogni angolo del capoluogo spuntano come funghi (a sentire la piccola e fastidiosa pioggia di ieri la metafora è piuttosto puntuale) punti di raccolta sezionali. Qui Bergamo, lì Firenze, qui Parma, lì Verona.
Tutti per la novantesima Adunata del Piave. Si muovono in massa, gli alpini della festa, come squadroni identificati dal colore della camicia o della felpa. Bocia e veci, tutti insieme con una colorata coda di cori e fisarmoniche fino a notte fonda. Il vino e la birra scorrono a fiumi.
Ieri per Treviso era il giorno del grande test delle chiusure: il centro storico è diventato una gigantesca zona pedonale che ammette l’accesso solo dei veicoli degli organizzatori e apre ai fornitori e ai residenti solo dalle 2 alle 6 della mattina. La ztl è stata estesa fuori mura, bloccando la circolazione anche sulla circonvallazione esterna per consentire l’allestimento di altri stand e oggi tocca alla terza ztl, quella più ampia, che va a coprire quasi metà del capoluogo, ma che sarà flessibile per le esigenze di cittadini e operatori.
La città ha risposto con l’abito delle grandi occasioni: ogni locale ha allestito fuori dalla vetrina spine di birra e bancali di panini con salame e porchetta, mentre nelle piazze giganteschi stand ufficiali offrono cibo di ogni sorta, sirene per avventori in divisa e non. «Dov’è che si fa festa in questi giorni?» chiedono i turisti. Dappertutto, è la risposta.
Di conseguenza anche le misure di sicurezza sono massicce: forze dell’ordine schierate ovunque, in arrivo anche da fuori provincia, e interventi straordinari anti-terrorismo dei quali il passante non si rende conto, ma che hanno richiesto uno sforzo di coordinamento da parte di Questura e Prefettura senza precedenti. Sarà un’adunata blindata, con agenti in borghese e tiratori scelti sui tetti nel giorno della sfilata, con ostacoli fissi o mobili per impedire l’accesso ai varchi.
Il sindaco di Treviso Giovanni Manildo, ufficiale alpino, ha iniziato la giornata con un giro nei cantieri, «dono» dei volontari della protezione civile alpina, perché la storia insegna che «gli alpini lasciano la città che li ospita migliore di come l’hanno trovata»: hanno ripulito 23 fontane, fatto lavori di manutenzione in sette scuole, sistemato il ponte dell’Università sul Sile e rimesso a nuovo i giardini ai piedi delle mura, compresi i giochi dei bambini. In serata, invece, con molta emozione, Manildo ha consegnato un cappello con la penna nera a Leonardo, 10 anni, figlio di Giacomo, «un alpino che è andato avanti ma che oggi più che mai è qui con noi».
L’Adunata del Piave di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene e Vittorio Veneto inizia ufficialmente questa mattina con l’alzabandiera in piazza Vittoria e la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti. Si concluderà domenica con l’attesa sfilata di 75 mila alpini, suddivisi per regioni e sezioni. Fra di loro ci sarà anche Silvio Biasetti, biellese, tenente di artiglieria classe 1913, uno degli alpini più anziani di questa Adunata con i suoi 104 anni. Biasetti si contende il record di «vecio» con Attilio Maroso da Marostica, che ha tagliato il traguardo dei 108.