Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Banco Bpm inizia con 117 milioni di utile Recesso, ai soci sarà pagato solo il 7%
Castagna: «Risultato oltre le attese. Assicurazioni, gara se Unipol esce». Npl in calo di 2,2 miliardi
VERONA La prima, vera uscita sui conti del gruppo unificato sembra portare conforto: Banco Bpm, ancora allo svezzamento visto che è nato il primo gennaio scorso, licenzia il primo trimestre del 2017 con l’utile di 117 milioni e con la discesa dei crediti deteriorati netti di 2,2 miliardi. Sono le due voci fondamentali che spingono Giuseppe Castagna, l’amministratore delegato del gruppo lombardo-veronese, a parlare di «un risultato che è superiore alle nostre attese e che ci dà incoraggiamento a proseguire con l’integrazione. Siamo soddisfatti di questo primo trimestre, soprattutto per l’attivismo e la grande passione di chi lavora con noi».
Per quanto riguarda i temi di più stringente attualità, nessuna parola definitiva sul divorzio da Unipol nella joint venture di bancassicurazione. Praticamente annunciato in un’intervista dall’ad del gruppo assicurativo Carlo Cimbri, non ha avuto piena conferma nelle parole di Castagna, che però non l’ha neanche smentito. Alla conferenza con gli analisti si è limitato a dire: «Siamo determinati a decidere entro giugno cosa fare. Con Cimbri i rapporti sono eccellenti ma se si decidesse di non proseguire con la partnership ci sarà un beauty contest (in pratica, una gara, ndr) per l’individuazione del nuovo alleato».
Ma torniamo ai conti. L’utile è in crescita del 7,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre il risultato della gestione operativa schizza a 438 milioni con un aumento di quasi il 20%, grazie tra l’altro a un livello dei costi «sotto controllo, anche se dobbiamo ancora vedere gli effetti maggiori delle sinergie che saranno create con l’integrazione delle due banche». Buona, secondo Castagna, è la strada verso la riduzione delle sofferenze: l’incidenza dei crediti deteriorati netti sul totale degli impieghi scende al 13,6% dal 15,3% precedente. A questo proposito, Castagna ha ribadito che il progetto Rainbow per la cessione di crediti ipotecari per 750 milioni è in dirittura d’arrivo: «C’è una short list di offerenti, stiamo attendendo le offerte vincolanti e speriamo che entro giugno si possa concludere l’operazione». Per quanto riguarda la situazione patrimoniale, il Cet 1 è all’11,5% e lo stesso parametro fully loaded al 10,9%. C’è un leggero calo rispetto al 31 dicembre, ma è l’effetto di una situazione transitoria legata all’estensione alla Bpm degli stessi modelli di validazione del Banco, misura sotto autorizzazione della Bce. Per quanto riguarda gli impieghi, nel complesso scendono «ma - ha evidenziato Castagna - il numero riflette la cessione di pacchetti di Npl, mentre sono in crescita i prestiti in bonis».
Quanto al dispiegamento del piano industriale, Castagna ha sottolineato che «la creazione della nuova banca va avanti nei tempi previsti». Ed ha citato la definizione con i sindacati dei tempi per le uscite sugli esuberi programmati e la chiusura delle filiali (altro risparmio in piano) che è già realizzata al 50%, 170 agenzie sulle 335 previste. Quanto agli aspetti industriali, a giugno, oltre alla bancassurance, si definirà l’assetto del risparmio gestito, con una scelta strategica su Anima e Aletti Sgr.
In coda alla presentazione dei risultati, una novità sostanziale sulla questione del recesso, cioé della richiesta di vendita e rimborso da parte dei soci al momento della fusione. La legge che consentiva alle ex Popolari di non pagare (quella del governo Renzi) è congelata dalla Corte costituzionale, quindi adesso si procede, ma in modo molto parziale: 14 milioni su un totale di circa 200 (il 7%), ed è la cifra che il cda ha ritenuto di mettere in campo senza intaccare in modo significativo il capitale. I rimborsi seguiranno la ripartizione del concambio: andranno per il 54,6% ai richiedenti ex Banco e per il resto ai soci ex Bpm.