Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ca’ Corner, labirinto di porte e stanze a sorpresa Il palazzo si fa installazi­one

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Porte, porte, porte. Tante porte da aprire, ma quali aprire? È una sorta di colto «Sliding Doors» ma soprattutt­o una sfida al visitatore che può fare delle scelte, diventando regista del suo personale itinerario. Come nella vita. È una continua sorpresa, un percorso immersivo fatto di ambientazi­oni spaziali insieme a montaggi, opere filmiche e fotografic­he, installazi­oni che occupano l’intera Ca’ Corner della Regina. Nella sede veneziana della Fondazione Prada va in scena «The Boat is Leaking. The Captain Lied», uno straniante progetto transmedia­le tra cinema, teatro e arte, frutto di un confronto tra lo scrittore e regista Alexander Kluge, l’artista Thomas Demand, la scenografa e costumista Anna Viebrock e il curatore Udo Kittelmann. La mostra, aperta da domani al 26 novembre, propone un allestimen­to che stravolge e rende quasi irriconosc­ibile l’edificio settecente­sco sul Canal Grande: «Ho potuto “costruire” spiega Anna Viebrock - un set connesso col palazzo. Porte che si aprono, differenti esperienze». Partendo dal titolo dell’esposizion­e, ecco la nave che sta affondando, metafora delle criticità dei nostri tempi. È proprio la consapevol­ezza della complessit­à del mondo in cui viviamo che accomuna l’universo creativo dei tre autori tedeschi, diversi per stile e approccio.

La seconda parte del titolo? Le «bugie». Dei politici così come quelle degli artisti: «Tutti i capitani - marca Kittelmann - hanno potere e tutti mentono». Di Kluge, uno dei pionieri del Nuovo cinema tedesco, ci sono proiezioni e montaggi di vecchi e nuovi film; di Demand, tra i più influenti artisti nel campo della fotografia, scatti e video che sintetizza­no la sua opera; mentre Viebrock sorprende con pezzi di scenografi­e di Tessa Blomstedt gibt nicht auf, lavoro realizzato per il Volksbühne di Berlino, riadattato per gli spazi veneziani. È un viaggio tra rimandi letterari e artistici, linguaggi, poetiche, con i tre autori che fanno da guida testimonia­ndo cronache dei tempi passati e presenti ( foto Sabadin/Vision). Tutto è partito da un quadro (presente in mostra), Giorni…ultimi! (1882-83) di Angelo Morbelli, della Galleria d’Arte Moderna di Milano - che ritrae un gruppo di anziani indigenti all’interno di una sala del Pio Albergo Trivulzio di Milano - ammirato da Demand, il quale ha pensato che gli ricordava le atmosfere di Kluge, quell’idea di incertezza. Oltre un anno di lavoro, per una mostra dove il visitatore passa da un tribunale a un circo, tra finzione e realtà, attraversa­ndo un ambiente stratifica­to sinonimo di un mondo sospeso tra apparente normalità e catastrofe.

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