Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

MITO DE ANDRÉ CRISTIANO OGGI AL GEOX

I figlio di Fabrizio ripercorre la carriera del padre. «Volevo un repertorio nuovo, così ho ripescato canzoni come “La guerra di Piero”, “Una storia sbagliata” e “Canzone per l’estate”. Ho amato Rolling Stones, Pink Floyd ed Elton John»

- Francesco Verni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Di padre in figlio. L’eredità musicale di Fabrizio De André è portata avanti, sul palco, dal figlio Cristiano, cantautore, che ha deciso di riportare dal vivo, con una nuova scaletta, quel progetto «De André canta de André» che ha debuttato nel 2009 e che questa sera lo vedrà sul palco del Gran Teatro Geox di Padova (ore 21.30, info www.zedlive.com).

In questa nuova tranche di «De André canta de André» che novità ci saranno?

«Per fare questo tour volevo un repertorio nuovo. Ci sono nuove perle che ho ripreso, come La guerra di Piero, Una storia sbagliata e Canzone per l’estate. Sono canzoni di un’attualità disarmante, mio padre aveva la capacità di anticipare il tempo».

Qual è il momento che preferisce dello spettacolo?

«Mi diverto a suonare La guerra di Piero nel nuovo arrangiame­nto che ho costruito. Poi la parte finale, quella dei bis, quando la stanchezza e la tensione scivola via, è sempre la più libera e liberatori­a».

Quali insegnamen­ti di suo padre trova più preziosi?

«Il grande bisogno di giustizia e la coerenza nel portarlo avanti. Non si è mai fatto fregare da nessun mercato. Questo è il motivo più grande della mia stima nei suoi confronti».

Riguardo alla musica che cosa ha imparato da lui?

«Forse ad emozionare. Lui aveva paura che non ce l’avessi dentro. All’inizio pensava che non facesse parte di me e voleva che diventassi veterinari­o, poi quando l’ha capito mi ha

supportato nel fare il suo stesso mestiere».

Come mai ha voluto scrivere l’autobiogra­fia «La versione di C.»?

«Per dare una versione di quello che sono. Tutti danno una versione sbagliata di quel-

lo che sono stato, di quello che ho fatto e faccio. Così ho preferito toccare anche argomenti difficili, ma li ho affrontati sempre con grande sincerità. Nella mia vita ci sono state tante cadute, ma anche tanti viaggi».

Leggendola sembra che suo padre non fosse generoso di compliment­i...

«Erano decisament­e rari, ma quando arrivavano erano belli grossi. È un libro che stende la pace sul nostro rapporto: alla fine ha sempre cercato di tirarmi su nei momenti non felici».

Uscirà anche il Volume 3 di «De André canta de André»?

«Sì, l’abbiamo rimandato un po’ ma alla fine abbiamo deciso che, per Natale, sarà pubblicata anche la terza parte di «De André canta de André». Molto probabilme­nte l’uscita sarà accompagna­ta da un cofanetto che raccoglie i tre dischi assieme».

Dopo «Come in cielo, così in guerra» è al lavoro su qualcosa?

«Sono ormai a metà di un nuovo disco, spero di uscire nel 2018 con un album di inediti».

Tornerebbe Sanremo?

«Vediamo,

al Festival

potrebbe Chateau» di Elton John». essere...»

Quali sono i dischi che hai ascoltato di più nella vita?

«Quelli che ho letteralme­nte consumato sono stati «Sticky fingers» dei Rolling Stones, «The dark side of the moon» dei Pink Floyd e «Honky

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Cristiano De André porta in scena «De André canta De André»

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