Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Conegliano, Pd e M5S tentano l’assalto al feudo del centrodestra
Cinque aspiranti sindaci in corsa nel dopo Zambon. Che resta in pista a capo della civica Popolari
CONEGLIANO Conegliano sceglierà la continuità o il cambiamento? La roccaforte di centrodestra nella Marca, mai leghista ma sempre liberale e popolare, arriva da vent’anni di amministrazione monocolore Pdl-Forza Italia. La maggioranza uscente oggi è diventata una corazzata massiccia di sei liste ma all’orizzonte la città del Cima (unico Comune sopra i 15 mila abitanti al voto nella Marca in questo turno) vede altri quattro sfidanti in corsa per la poltrona più importante, lasciata dal sindaco uscente Floriano Zambon. Dal Pd ai Cinque Stelle: le opposizioni tentano l’assalto al feudo del centrodestra.
CONEGLIANO La sfida che si presenta a Conegliano risponde a una domanda precisa e fondamentale: la città sceglierà la continuità o il cambiamento? La roccaforte di centrodestra nella Marca, mai leghista ma sempre liberale e popolare, arriva da vent’anni di amministrazione monocolore PdlForza Italia. La maggioranza uscente oggi è diventata una corazzata massiccia di sei liste ma all’orizzonte la città del Cima vede altri quattro sfidanti in corsa per la poltrona più importante della città. Unico Comune sopra i 15 mila abitanti al voto nella Marca in questo turno, ha anche un’altra particolarità: rispetto ad altri municipi di pari dimensioni negli anni scorsi, non vede candidati sindaco puramente civici, una scelta in controtendenza rispetto al passato recente. Le liste apartitiche infatti hanno aderito ai grandi schieramenti, riducendo la competizione ad aree identificabili con precisione: centrodestra, centrosinistra, sinistra, grillini e cattolici. È il turno dei quarantenni, come ha sottolineato il sindaco uscente Floriano Zambon, e non c’è nessuna donna.
La continuità amministrativa coneglianese stavolta cambia volto: il candidato sindaco è Fabio Chies, ingegnere, 44 anni, segretario provinciale di Forza Italia che mette insieme tutto il centrodestra. «Siamo contenti di avere più di 100 persone candidate in lista che ci appoggiano, che si spenderanno sul territorio e faranno campagna elettorale tra la gente». La scelta del volto della coalizione ha tenuto banco per settimane: il nome inizialmente era quello di Claudio Toppan, il vicesindaco di Zambon, ma lo stesso sindaco chiedeva la possibilità di riprovarci. Per lui sarebbe stato il secondo mandato consecutivo, quindi ammissibile per legge, ed è stato primo cittadino anche dal 1997 al 2007. Ma alla fine il centrodestra compatto ha scelto Chies: è sostenuto da Forza Italia, Forza Conegliano, Popolari per Conegliano (con Zambon capolista), Conegliano in Movimento, Lega Nord e Fratelli d’Italia, fra esperienza e facce nuove. «Il prossimo mese sarà fatto di incontri tra la gente – spiega Chies -. Al centro di tutto ci sono ordine e pulizia della città, partendo dalle cose importanti ma sulle quali possiamo impegnarci con promesse che potremo mantenere. Parleremo molto di sicurezza, abbiamo un progetto per installare nuove telecamere. E con il completamento della Colombo Est entro fine anno potremo arrivare a ripensare il centro e la piazza della stazione».
Il centrosinistra cinque anni fa era rimasto scottato, sconfitto al ballottaggio per soli 663 voti: Zambon aveva battuto l’ex magistrato Antonio Fojadelli, uomo civico e non di partito. Così stavolta ci prova Alessandro Bortoluzzi, 44 anni, avvocato, già capogruppo del Pd alla guida di Partito Democratico, CambiaAmo Conegliano (civica di Flavio Pavanello) e Progetto Conegliano (con Ezio Da Re). Ci sono volti nuovi al primo impegno politico, imprenditori e categorie produttive come Luca Ros, ex presidente di Confcommercio sceso in campo pochi giorni
fa: «Sono liste trasversali – afferma Bortoluzzi – che rappresentano bene la nostra comunità. Abbiamo una sede all’ex Quartiere Latino dove organizzeremo iniziative aperte a tutti. Partiremo dalla legge sul “dopo di noi” per arrivare alle case popolari e idee per rivitalizzare la città e incentivare il rilancio». Sgravi fiscali, rilancio della residenza, una Conegliano diversa da quella degli ultimi vent’anni (quindici di Zambon con una parentesi di un mandato Maniero). È su questa linea che tutti gli sfidanti spingono: il cambiamento.
Oltre alle due coalizioni ci sono anche i candidati di una sola lista. «La vera sinistra, anzi l’unica in questa elezione, siamo noi» spiega Stefano D’Intinosante: 47 anni, operaio, Rsu Fiom con laurea in giurisprudenza, è il candidato del Partito comunista dei lavoratori: «Portiamo la voce dei lavoratori, per difenderli quotidianamente e resistere rispetto all’arretramento delle condizioni di vita e di lavoro – ed elenca -. Isola pedonale in via Carducci, il rilancio del centro storico, la tutela del piccolo commercio e un sistema di piste ciclabili».
Il Movimento 5 Stelle ha fatto cinque anni di opposizione con due consiglieri e ora il capogruppo si candida sindaco: è Massimo Bellotto, 44 anni, commerciale in un’azienda di arredamento. «La lista è nata dagli incontri sul territorio – rileva – partendo dagli attivisti del nostro gruppo allargandosi ad altri cittadini. Il modello a cui ci ispiriamo è quello della partecipazione e della condivisione delle scelte, dopo vent’anni di dominio dei partiti vogliamo che siano i coneglianesi a decidere nella loro città». Non vogliono provare ad amministrare, dice, sono sicuri di poterlo fare e di poter costruire una comunità aperta: «Negli anni all’opposizione abbiamo provato a fare le nostre proposte trovando sempre il rifiuto della maggioranza. Noi saremo diversi – continua Bellotto – ascolteremo sempre tutti».
Per la prima volta si candida a Conegliano il Popolo della Famiglia, dietro al volto di Lorenzo Damiano: 51 anni, consulente aziendale, guida una squadra ispirata ai valori cattolici del Family Day. «Siamo contro la dittatura del pensiero unico e per la centralità della famiglia – racconta – e infatti nella nostra lista c’è tutto. Ci sono mamme e figli, pensionate e lavoratori, avvocati e imprenditori, un allenatore di calcio, un operaio. Rappresentiamo il Paese così com’è». C’è perfino un modello ventunenne, Robin Cisera. «Per Conegliano vorrei un futuro internazionale – spiega Damiano -, l’apertura del mercato per le piccole e medie imprese e un’università della musica all’ex Zanussi, la città può ripartire con arte e cultura».
C’è tutto un mese di campagna elettorale davanti e, dati i presupposti e la complessità della sfida, con buone probabilità altre due settimane per arrivare al ballottaggio del 25 giugno.
Tutti con i partiti I 5 competitori sono politici «puri». Anche gli outsider Damiano e D’Intinosante