Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Corsa a sette per Palazzo Rosso, poli in pezzi Massaro vuole il bis sfidando civiche e partiti
Il Pd schiera Bello, il centrodestra diviso tra Gamba (ex forzista), Gidoni (Lega) e Roccon
BELLUNO Sette candidati sindaci, undici liste, 292 candidati consiglieri: sono questi i numeri dell’affollata corsa allo scranno più alto di Palazzo Rosso. Al contrario di quanto avvenuto a Feltre (dove comunque la scelta rimane molto ampia con sei candidature a sindaco), nel capoluogo la costituzione di una coalizione di forze politiche affini è un obiettivo fallito sia per il centrosinistra che per il centrodestra.
Il sindaco uscente Jacopo Massaro, fuoriuscito dal Pd cinque anni fa, non ha ricucito i rapporti con il suo ex partito. Si ripresenterà con tre liste civiche. Nella lista «In Movimento» ritornano i nomi di alcuni consiglieri di maggioranza, degli assessori Biagio Giannone (Sport) e Valentina Tomasi (Sociale) e dell’ex assessore Luca Salti (Ambiente). «Insieme per Belluno» avrà come capolista il vicesindaco uscente Lucia Olivotto e conterà sulla presenza del presidente del consiglio comunale Francesco Rasera Berna, mentre la civica «Belluno D+» sancisce il matrimonio con l’ex gruppo di minoranza di Ida Bortoluzzi, avversaria di Massaro cinque anni fa e oggi candidata consigliera a sostegno del sindaco uscente.
Il Pd avrebbe messo volentieri il proprio simbolo accanto al nome di Massaro, ma l’accordo è fallito, nonostante la iniziale candidatura «di scopo» della segretaria provinciale Erika Dal Farra (in buoni rapporti col sindaco). Quindi il partito ha virato su Paolo Bello, psicologo del Servizio dipendenze dell’Usl e «nativo democratico», senza un passato nel vecchio Pci-Pds o nella Margherita. Molti i nomi nuovi in una lista che, oltre alla stessa Dal Farra, ospita anche i nomi di altri due papabili candidati sindaci per un certo periodo (e magari in futuro): la «lady Unesco» Irma Visalli, madrina del riconoscimento e il figlio d’arte Emanuele Reolon (il padre Sergio, scomparso di recente, già presidente della Provincia e consigliere regionale). Ci saranno anche candidati socialisti, come l’avvocato Giorgio Azzalini.
Nel centrodestra, si è lavorato per una coalizione con un candidato unico, ma alla fine l’elettorato di riferimento dovrà scegliere tra tre nomi. Il primo è quello di Paolo Gamba, ex Forza Italia in campo con tre civiche. In «Belluno è di tutti» due ex consigliere di maggioranza: Simonetta Buttignon e Lorena Ghirardini. Hanno abbandonato il progetto di Massaro come l’intero gruppo di «Patto Belluno Dolomiti», seconda lista di Gamba. La terza è «Obiettivo Belluno» che, tra gli altri, presenta anche l’ex consigliere provinciale del Pdl Raffaele Addamiano. Nel centrodestra il secondo candidato è il leghista Franco Gidoni che propone una lista di militanti storici. Gidoni è stato vicesindaco di Belluno tra il 2006 e il 2008.
Oggi è consigliere regionale e, per uno scherzo del destino, competerà con un ex alleato a cui ha soffiato il posto a Venezia per una manciata di voti: Franco Roccon, terzo candidato del centrodestra, ha sostenuto Zaia alle elezioni regionali del 2015 con la lista «Indipendenza Noi Veneto» e, per qualche ora, era comparso tra gli eletti a Palazzo Ferro-Fini, ma poi il ricalcolo ha conse-
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