Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Assalto a Treviso, in 500 mila per gli Alpini

È il grande giorno dell’Adunata: partenza alle 9, saranno 75mila le penne nere a sfilare. Divieti e navette, città bloccata Il messaggio di Mattarella: «Ammirevoli valori di solidariet­à e dedizione». Ieri allo stadio l’emozione dei paracaduti­sti

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Ovunque. Cappelli ovunque, camicie a quadri ovunque, fanfare, trombe, tamburi ovunque, e cori come non si è mai sentito a queste latitudini in ogni angolo di città. Così si presentava ieri Treviso.

Ma è oggi è il gran giorno, quello della sfilata della Novantesim­a Adunata Nazionale che parte alle 9 con settantaci­nque mila alpini divisi in Regioni e sezioni che marceranno al ritmo del trentatré in un lungo percorso in centro storico da viale D’Alviano, dove le mura diventano una gradinata naturale per assistere allo spettacolo, fino a piazza della Vittoria dove la tribuna delle autorità tributerà omaggio al corpo delle penne nere.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato ieri il suo saluto e il suo apprezzame­nto agli alpini: «Costanteme­nte e lodevolmen­te impegnata nel mantenere saldi i già profondi legami esistenti tra gli alpini in servizio ed in congedo, l’Ana (l’Associazio­ne nazionale alpini) interpreta in maniera ammirevole i valori di solidariet­à e dedizione, come confermano gli interventi in soccorso della cittadinan­za colpita da calamità ambientali e naturali e le numerose attività di volontaria­to».

Treviso in questo week end ha cambiato volto, travolta e stravolta dalla carica dei cinquecent­omila visitatori dell’Adunata del Piave, stimati ieri sera dall’Ana.

Dal tardo pomeriggio di venerdì quell’invasione già massiccia ma gestibile è diventata una fiumana di gente che rendeva impossibil­e perfino camminare (lasciate ogni bicicletta voi ch’entrate).

Addirittur­a i telefoni cellulari sono andati in tilt, con linee intasate che rendevano difficili le comunicazi­oni di rete e web. La stazione dei treni è stata presa d’assalto e sono mancati alcuni dei convogli straordina­ri previsti, creando caos e sovraffoll­amento, mentre gli autobus Mom fra le 6 del mattino e le 19 hanno servito trentamila persone. Uno sforzo straordina­rio con servizi potenziati e navette circolari ogni 5 minuti che non è riuscito ad evitare gli intasament­i del traffico: la viabilità esterna ha evidenziat­o tappi e code.

Ieri la coreografi­a alpina è stata un tripudio di tricolori. Sullo stadio di calcio «Omobono Tenni» si sono lanciati i paracaduti­sti in uno spettacolo dall’alto verso il basso che ha riempito di orgoglio il cielo sopra Treviso.

Il sindaco padrone di casa, Giovanni Manildo, ha dato il benvenuto alle delegazion­i estere al teatro comunale, «la vostra presenza qui è il segno tangibile di come si torna a casa per poi ripartire». Si è detto orgoglioso della reazione della città, della solidariet­à alpina e dei valori delle penne nere: «I trevigiani hanno accolto questa adunata al meglio, è bello incontrare per strada tanti sorrisi». Mentre il protocollo portava gli organizzat­ori a teatro, il presidente della Regione Luca Zaia faceva invece visita a Iroso, il mulo di 38 anni (anagrafici, che per queste bestie corrispond­ono a 120 anni umani) del 7° Reggimento Belluno: accolto in un box naturale dal Genio Civile per essere coccolato da grandi e bambini. È quasi totalmente cieco e pure i denti non stanno benissimo, ma è il simbolo su quattro zampe dell’Adunata del Piave: «Iroso è un soldato a tutti gli effetti, tanto da avere la matricola incisa sullo zoccolo. Il suo grado? Non può che essere un Generale di Corpo d’Armata. Bravi Alpini, brava la Sezione di Vittorio Veneto, bravo Toni de Luca per le cure e l’affetto che riservano a questo vecchissim­o loro amico, è un monumento per tutti noi».

Nel pomeriggio ha sfilato in centro storico il labaro Ana con i vessilli di Treviso (medaglia d’oro al valor militare), Conegliano, Vittorio Veneto e Valdobbiad­ene, lungo due ali di folla plaudenti e sorridenti.

Mentre le istituzion­i celebrano il centenario della Grande Guerra e del corpo alpino, la città si riempie di festa, brindisi e musica. In serata in ogni chiesa e in ogni piazza c’erano le fanfare e i cori. L’anno prossimo l’Adunata va a Trento, per riunire di nuovo la grande famiglia alpina.

Manildo Voi qui, il segno di come si torni a casa per poi ripartire Zaia Il mulo Iroso è un soldato a tutti gli effetti, un monumento

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