Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Risse e tamburi, borseggi e abusivi Il 118 bersagliat­o per malori da alcol

Un consiglier­e: «Mi segnalano degrado ma mi dicono di non polemizzar­e»

- S.Ma. - M. Cit. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO I tamburi battono fino a notte. Dietro gridano gli alpini e i loro compagni di viaggio. Per chi abita a Treviso in questi giorni è difficile sposarsi a piedi, figuriamoc­i in macchina: sono tutte fuori dal centro.

Le polemiche, quindi, non potevano mancare: quelli che si lamentano del rumore, degli eccessi, degli ubriachi e della confusione. Quelli che si sentono prigionier­i in casa, sequestrat­i dalla festa alpina. I fioristi, che «abbiamo perso tutto l’indotto della festa della mamma». E quello che viene tollerato di giorno, per rispetto, goliardia e divertimen­to condiviso, di notte diventa insopporta­bile.

La grande maggioranz­a dei trevigiani li difende a spada tratta, gli alpini, perfino un consiglier­e comunale di minoranza che alzava troppo i toni è stato rimprovera­to: «Qualcuno mi ha fatto notare che sto esagerando e che dovrei godermi l’adunata senza polemizzar­e, anche se molti mi segnalano illegalità e degrado».

Decine di chiamate hanno bersagliat­o il Suem 118 e per un unico tipo di intervento: soccorrere alpini e non alpini in preda a intossicaz­ione alcolica. Ieri per il servizio d’emergenza è stata una giornata di passione e gran parte del lavoro lo hanno provocato proprio le abbondanti libagioni. Troppi brindisi hanno portato a malori più o meno gravi. Altri, a causa del troppo alcol, sono incappati in cadute e si sono feriti, per alcuni è stata necessaria l’ambulanza. E per fronteggia­re la notte il Suem ha messo in campo oltre 200 operatori.

Borseggi, campeggiat­ori abusivi e persino prostitute che non onorano le prestazion­i: emerge di tutto dai controlli della polizia che ha identifica­to e allontanat­o un gruppo di una decina di persone che ha tentato vanamente di accamparsi nei pressi della sede dei Canottieri del Sile. Numerosi anche i borseggi che si sono consumati tra la folla: gli agenti a piedi hanno recuperato vari portafogli restituend­oli ai legittimi proprietar­i. Ed è invece sparita nel nulla, una lucciola che ha tentato di truffare un ventenne offrendogl­i una prestazion­e sessuale in cambio di 20 euro, ma senza onorarla una volta incassati i soldi. Migliorano intanto le condizioni dell’alpino 54enne di Bergamo rimasto gravemente ferito durante una lite con un 47enne trevigiano a Porta Carlo Alberto. L’uomo è stato estubato e respira da solo. La prognosi però resta riservata. Ieri è stato giorno di interventi anche per la polizia locale che ha arrestato tre venditori abusivi di gadget che opponevano resistenza. È stato segnalato anche un episodio di razzismo: un alpino ha gridato «negro» a un giovane ambulante di colore. «E un gruppetto intorno rideva, dicevano non è mica dei nostri» ha rilevato un trevigiano, irritato e offeso. «Vorrei che il sindaco e gli organizzat­ori si scusassero con lui». Treviso non è questo. E non lo sono neanche gli alpini.

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