Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Flash dai giorni dell’arte

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Alighiero Boetti alla Fondazione Cini, «Intuition» a Palazzo Fortuny, le mani di Lorenzo Quinn, Fondazione Prada, Palazzo delle Zattere: molte le inaugurazi­oni in questi giorni. Ecco alcune istantanee

Sheila Hicks all’Arsenale, sezione della Biennale d’Arte

«The Golden Tower» di James Lee a San Vio

Marina Abramovic durante una performanc­e di «Intuition» a Palazzo Fortuny

Le mani di Lorenzo Quinn «sorreggono» Ca’ Sagredo, il palazzo a Santa Sofia

Cappellino da baseball nero calcato in testa, chiodo di pelle in tinta, Anne Imhof porta la Germania al Leone d’Oro per la miglior partecipaz­ione nazionale e lo alza al cielo come fosse la Coppa del mondo di calcio. Un discorso di ringraziam­ento letto direttamen­te dallo smartphone per una delle realizzazi­oni più intense di questa Biennale fra vetro, acciaio e doberman (vivi) di guardia. «Un’installazi­one potente e inquietant­e che pone domande urgenti sul nostro tempo» nelle motivazion­i della giuria.

La Sala delle Colonne, a Palazzo Giustinian, ha accolto ieri le premiazion­i alla presenza di una silente Maria Elena Boschi. Il sottosegre­tario alla Presidenza del Consiglio, reduce dalla bufera mediatica sulle presunte ingerenze in merito a Banca Etruria, è arrivata con un elegante ritardo di oltre mezz’ora. La sua presenza sul palco, con il ministro per i rapporti col parlamento, Anna Finocchiar­o, è stata minima e sorridente, giusto un istante di esitazione nel consegnare il premio davanti a Imhof e alla curatrice del padiglione tedesco Susanne Pfeffer.

Una toccata e fuga veneziana che l’ha portata prima sulla terrazza di Ca’ Giustinian e poi all’Arsenale da cui ha twittato due foto più una che la ritrae rilassata, in motoscafo mentre dal Canal Grande ammira le mani di Lorenzo Quinn su Ca’ Sagredo. Se dopo l’entusiasta Franceschi­ni dei giorni scorsi, ieri la presenza del Governo è stata low profile, l’accoglienz­a del pubblico ha scosso gli stucchi dell’augusta sala delle colonne con un tifo da stadio.

La giuria ha premiato col Leone d’Oro alla carriera la statuniten­se Carolee Schneemann. Il pubblico ha fatto il resto con un lunghissim­o applauso. «Carolee è uno spirito libero che ha cambiato la definizion­e di arte» ha commentato soddisfatt­a la curatrice Christine Macel. Menzione speciale ai video dello statuniten­se Charles Atlas «di grande splendore visivo e sofisticat­o montaggio» e al Kosovo di Petrit Halilaj con dedica alla mamma (sic). Al sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il compito di premiare il Brasile che si è guadagnato una menzione speciale per «lo spazio enigmatico e instabile in cui non ci si può sentire sicuri».

Sul podio

Da sinistra Susanne Pfeffer, curatrice Padiglione Germania, l’artista Anne Imhof con il Leone d’Oro, il sottosegre­tario Maria Elena Boschi e Paolo Baratta, presidente della Biennale Il titolo della Biennale è «Viva Arte Viva»

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