Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
IL FUTURO DEL VENETO PIÙ VECCHIO
«Di doman non c’è certezza»: affermazi one notissima, scritta non senza amarezza da Lorenzo il Magnifico più di cinquecento anni fa e divenuta ancora più attuale in questi tempi così veloci e pieni di eventi sorprendenti ed imprevedibili. Eppure l’Istat ha voluto provare a disegnare il nostro futuro demografico spingendosi addirittura fino al lontano 2065. E, pur nella grande incertezza che accompagna questo sguardo lungo ben mezzo secolo, individua alcuni punti fermi, altamente probabili se non certi. Il primo è dato dal calo della popolazione, addirittura di sette milioni di italiani in meno rispetto ad oggi. Anche in Veneto staremo «più larghi», dato che perderemo più di mezzo milione di abitanti. La seconda certezza è data da un saldo tra nati e morti che sarà sempre deficitario a causa di una natalità cronicamente insufficiente a contrastare i decessi in atteso aumento a causa dell’invecchiamento. La terza certezza è rappresentata appunto dall’invecchiamento, prodotto dal naturale passaggio delle numerose coorti dei baby boomer (gli abbondanti nati tra il 1961 ed il 1975) verso la tarda età attiva (40-64 anni) e l’età anziana (sopra i 64 anni); il picco, stima l’Istat, si raggiungerà verso la metà del secolo, quando gli ultrasessantacinquenni saranno pari ad un terzo della popolazione. In Veneto si supererà addirittura il 35 per cento per cui avremo quasi tre anziani per ogni giovane sotto i 15 anni.
Infine la quarta certezza è data dalla longevità, cioè da quei continui guadagni di anni di vita che respingono sempre più in là Thánatos. Nelle ultime quattro generazioni, in Italia, la vita media si è allungata di circa tre mesi all’anno. Uno «sconto» ragguardevole, pari al 25% della vita. E la tendenza sembra voler continuare: l’Istat prevede infatti che entro il 2065 la vita media potrebbe arrivare a 86,1 anni per gli uomini e a 90,2 per le donne. In Veneto il guadagno sarà di sei anni per i maschi e di cinque per le donne. Una longevità che porterebbe la quarta età (dagli 85 anni in su) a passare dall’attuale 3,3 per cento della popolazione fino al 9,3 del 2065.
Anche in Veneto i «grandi vecchi» sopra gli 85 anni saranno pari al 10 per cento della popolazione mentre i centenari arriveranno ad essere quasi 11 mila (oggi sono quasi 1.600), dei quali undici sopra i 110 anni. Rimane il mistero delle migrazioni: in cui oscilleremo tra l’essere molto attrattivi e – viceversa – il divenire un paese che, come in passato, produce emigranti. Un mistero che risente delle tante variabili – interne ed internazionali – che rendono imprevedibili i flussi migratori. Però per molti aspetti il nostro futuro sociale è già impostato oggi: correggendo Lorenzo il Magnifico, «di doman» c’è qualche (problematica) certezza.