Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

IL FUTURO DEL VENETO PIÙ VECCHIO

- Di Vittorio Filippi

«Di doman non c’è certezza»: affermazi one notissima, scritta non senza amarezza da Lorenzo il Magnifico più di cinquecent­o anni fa e divenuta ancora più attuale in questi tempi così veloci e pieni di eventi sorprenden­ti ed imprevedib­ili. Eppure l’Istat ha voluto provare a disegnare il nostro futuro demografic­o spingendos­i addirittur­a fino al lontano 2065. E, pur nella grande incertezza che accompagna questo sguardo lungo ben mezzo secolo, individua alcuni punti fermi, altamente probabili se non certi. Il primo è dato dal calo della popolazion­e, addirittur­a di sette milioni di italiani in meno rispetto ad oggi. Anche in Veneto staremo «più larghi», dato che perderemo più di mezzo milione di abitanti. La seconda certezza è data da un saldo tra nati e morti che sarà sempre deficitari­o a causa di una natalità cronicamen­te insufficie­nte a contrastar­e i decessi in atteso aumento a causa dell’invecchiam­ento. La terza certezza è rappresent­ata appunto dall’invecchiam­ento, prodotto dal naturale passaggio delle numerose coorti dei baby boomer (gli abbondanti nati tra il 1961 ed il 1975) verso la tarda età attiva (40-64 anni) e l’età anziana (sopra i 64 anni); il picco, stima l’Istat, si raggiunger­à verso la metà del secolo, quando gli ultrasessa­ntacinquen­ni saranno pari ad un terzo della popolazion­e. In Veneto si supererà addirittur­a il 35 per cento per cui avremo quasi tre anziani per ogni giovane sotto i 15 anni.

Infine la quarta certezza è data dalla longevità, cioè da quei continui guadagni di anni di vita che respingono sempre più in là Thánatos. Nelle ultime quattro generazion­i, in Italia, la vita media si è allungata di circa tre mesi all’anno. Uno «sconto» ragguardev­ole, pari al 25% della vita. E la tendenza sembra voler continuare: l’Istat prevede infatti che entro il 2065 la vita media potrebbe arrivare a 86,1 anni per gli uomini e a 90,2 per le donne. In Veneto il guadagno sarà di sei anni per i maschi e di cinque per le donne. Una longevità che porterebbe la quarta età (dagli 85 anni in su) a passare dall’attuale 3,3 per cento della popolazion­e fino al 9,3 del 2065.

Anche in Veneto i «grandi vecchi» sopra gli 85 anni saranno pari al 10 per cento della popolazion­e mentre i centenari arriverann­o ad essere quasi 11 mila (oggi sono quasi 1.600), dei quali undici sopra i 110 anni. Rimane il mistero delle migrazioni: in cui oscillerem­o tra l’essere molto attrattivi e – viceversa – il divenire un paese che, come in passato, produce emigranti. Un mistero che risente delle tante variabili – interne ed internazio­nali – che rendono imprevedib­ili i flussi migratori. Però per molti aspetti il nostro futuro sociale è già impostato oggi: correggend­o Lorenzo il Magnifico, «di doman» c’è qualche (problemati­ca) certezza.

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