Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Non punibile chi ha paura e spara ai ladri in casa» Il Veneto vota la sua legge
Passa la proposta (simbolica) che punta a modificare il codice
VENEZIA Legittima difesa, con la sponda determinante della Lega e della Lista Zaia, il Consiglio regionale ha approvato la proposta di modifica dell’articolo 52 del codice penale (30 voti a favore, 6 contro, 7 astenuti) avanzata da Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia. «Non punibile chi ha paura e spara ai ladri in casa».
VENEZIA «Sappiamo bene che le proposte di legge statali che partono dai consigli regionali una volta arrivate in parlamento poi finiscono nel nulla. Ma è altrettanto vero che spesso vengono riprese, nelle loro linee generali e nei loro principi ispiratori, nell’ambito dei lavori d’aula, finendo talvolta per influenzarli in modo importante». E allora quale momento migliore di questo, col Senato pronto a mettere mano al contestato testo uscito dalla Camera, per presentare qualche suggerimento in tema di legittima difesa?
Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia ma soprattutto paladino dei cacciatori e degli appassionati di armi di tutto il Veneto, non s’è fatto sfuggire l’occasione e con la sponda determinante della Lega e della Lista Zaia è riuscito a far approvare ieri dal consiglio regionale la sua proposta di modifica dell’articolo 52 del codice penale (30 voti a favore, 6 contro, 7 astenuti). Un inasprimento giocato su tre piani. Spaziale, con l’allargamento, dalla casa e l’impresa alle «immediate adiacenze» delle stesse, «se risulta chiara e sia in atto l’intenzione di introdursi violentemente o di volersene allontanare senza desistere dall’offesa». Temporale, per cui «il pericolo di aggressione è presunto quando l’offesa ingiusta avviene in ore notturne (concetto al centro dello scontro politico e delle irone del web sul testo licenziato da Montecitorio, ndr.), o con modalità atte a creare uno stato di particolare paura e agitazione nella persona offesa». E soggettivo, sicché «non risponde di eccesso colposo nella legittima difesa chi ha agito in stato di paura scusabile o per uno stato emotivo non rimproverabile di panico».
Nella terra di Graziano Stacchio ed Ermes Mattielli, di Franco Birolo e Walter Onichini, che ha ospitato a Verona il 25 aprile scorso la grande manifestazione della Lega dedicata alla «difesa sempre legittima», è facile immaginare quale dibattito abbia scatenato la proposta Berlato, che l’ha spiegata così: «Se lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, deve consentire ai suoi cittadini di difendere loro stessi, i loro famigliari e la loro proprietà privata, che in tutto il resto del mondo è sacra e inviolabile. Nessun far west - ha voluto precisare l’esponente di Fratelli d’Italia - vogliamo soltanto sottrarre alla discrezionalità del giudice, sempre libero di interpretare la norma, gli aspetti più controversi della legge del 2009, specie per quel che riguarda il concetto di “proporzionalità”. Si tratta di chiarire meglio alcuni concetti, partendo da un principio che per noi è sacrosanto: la vita dell’aggressore e quella dell’aggredito non sono sullo stesso piano. Invece di disarmare gli italiani, disarmiamo i delinquenti».
Nel Pd, se il capogruppo Stefano Fracasso ha contestato proprio il concetto alla base del ragionamento di Berlato, quello per cui le due vite in gioco «peserebbero» in modo diverso sulla bilancia della giustizia, Alessandra Moretti ha invece ammesso che la legge in discussione in parlamento «va modificata» perché «è scritta male e può generare fraintendimenti». E ha aggiunto: «La sicurezza non è affatto un tema “di destra” e lo sta ben dimostrando il ministro dell’Interno Minniti con i suoi provvedimenti in materia di immigrazione e sicurezza urbana. Provvedimenti che stanno creando una nuova cultura anche nel centrosinistra, senza che questo significhi, come invece vorrebbe la Lega, sparare liberamente sempre e comunque».
Perplessità sono state espresse da Erika Baldin del Movimento Cinque Stelle («Facciamo attenzione a non danneggiare proprio le persone più fragili che vorremmo difendere») mentre assolutamente contrario si è detto il controrelatore della proposta di legge statale, Piero Ruzzante di Mdp, che ha marcato vigorosamente la distanza dagli ex compagni di partito del Pd: «Una vita umana vale più di un bene di proprietà, sempre». Quindi ha ironizzato: «La legge non funziona? Il codice Rocco fu scritto in epoca fascista, la legge di modifica è stata approvata dal Governo Berlusconi... dovreste fare mea culpa». Per chiudere con una stilettata alla Lega: «Se la sicurezza è davvero l’emergenza di cui parlate, perché dal 2008 al 2016 la Regione ha tagliato il 95% dei fondi dedicati a questo capitolo del bilancio?».
Berlato Le vite di vittima e aggressore non sono sullo stesso piano