Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I Serenissimi «Ricusiamo quel giudice»
BRESCIA Fuori, i cori («Veneto libero»), gli striscioni («La nostra storia ne portarà alla vittoria», «Il silenzio ci rende complici, il silenzio è mafia») e le bandiere della Serenissima sventolate da un centinaio di indipendentisti veneti. Dentro, l’attesa per la decisione sul rinvio a giudizio dei 47 secessionisti (per 13 di loro il pm ha chiesto il proscioglimento, uno sarà in abbreviato a luglio) accusati di associazione con finalità terroristiche ed eversione dell’ordine democratico.
L’inchiesta è quella sul «nuovo Tanko» condotta dalla procura di Brescia, che nel 2014 portò all’arresto di 24 venetisti e a decine di perquisizioni. Nei guai, tra gli altri, anche quel Flavio Contin che vent’anni fa entrò a fare parte del gruppo dei «patrioti» che diede l’assalto al campanile di San Marco. E proprio Contin è stato il protagonista dell’udienza di ieri di fronte al gup di Brescia, Alessandra Sabatucci: il suo difensore, l’avvocato Renzo Fogliata, ha infatti presentato un’istanza di ricusazione del giudice sostenendo che, nel corso della prima fase dell’udienza (svolta il mese scorso), il magistrato «avrebbe parzialmente anticipato il suo giudizio» invitando il pubblico ministero Carlo Nocerino a «rivedere la qualifica giuridica dei fatti». Un intervento che per il legale «viola i principi di terzietà e imparzialità del giudice», dando per scontato «l’elemento soggettivo del fatto, il dolo e nessuna causa di giustificazione».
Risultato: mentre il gup si ritirava in camera di consiglio per decidere se mandare a processo i Serenissimi, l’avvocato Fogliata volava in corte d’appello a depositare richiesta di ricusazione. Tanto è bastato per costringere il giudice a fermare tutto, con un rinvio al 26 giugno. E nel frattempo la corte d’appello avrà deciso se il «consiglio» di rivedere l’ipotesi di reato che il gup aveva offerto al sostituto procuratore sia sufficiente a mettere in dubbio la sua imparzialità.