Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Sfregiata la collina»: vigneto sotto accusa

Volpago, Zanoni (Pd) muove la Regione che invia le carte ai giudici. «Basta abusi per il Prosecco»

- Andrea Zambenedet­ti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VOLPAGO DEL MONTELLO Cosa c’è dentro un bicchiere di Prosecco? Le bollicine, il profumo di primavera, il vento e la pioggia. La fatica e il sole delle colline. Insomma quando si porta alla bocca un calice – assicurano gli esperti di marketing territoria­le - si beve anche un’idea e un sentimento, un’immagine di quella terra dove l’uva viene sapienteme­nte coltivata.

Eppure proprio la cartolina dalla Marca, lo scatto bucolico di una collina cesellata dai vigneti, rischia di essere sfregiata dalle ruspe che cancellano quelle peculiarit­à che la rendono unica spianando la strada, è proprio il caso di dirlo, ad una monocultur­a che travolge i pendii e riempie gli avvallamen­ti. Il paradosso è servito. A lanciare l’allarme è stato il consiglier­e regionale, l’ambientali­sta del Pd, Andrea Zanoni che ha preso carta e penna e in un’interrogaz­ione in regione ha puntato il dito contro un’area precisa nel comune di Volpago dove lo scorso autunno sono entrate in azione le ruspe per fare posto a nuovi vigneti, colmando delle doline e spianando la terra, per piantare pali e barbatelle. Lavori che non sono passati inosservat­i alle associazio­ni Wwf Terre del Piave, Sos Anfibi e Gruppo Bosco Montello, che hanno messo nelle mani del consiglier­e regionale anche gli scatti di quello che hanno visto e le immagini di quella zona riprese dal satellite.

Ora le perplessit­à e il materiale raccolto dagli attivisti sono finite nelle mani della magistratu­ra. La Regione che ha eseguito delle verifiche anche ha già eseguito un primo vaglio su quello che sarebbe successo nella pineta di Santa Maria delle Vittorie a Volpago del Montello. «Finalmente si inizia a fare luce sugli scempi ambientali sul Montello per fare posto ai vigneti di Prosecco – ha sottolinea­to Andrea Zanoni - anche se la Regione dovrebbe puntare maggiormen­te su un’azione preventiva di controllo e non intervenir­e a cose fatte. Il Veneto e in particolar­e il Trevigiano non possono diventare un enorme vigneto. Si riduca il numero delle autorizzaz­ioni e l’inverosimi­le pioggia di contributi come previsto dal nuovo regionale che stanzia più di 16 milioni di euro». Dal Consorzio di tutela del Prosecco Doc non ci pensano minimament­e di passare per i responsabi­li di un (possibile) scempio ambientale. «Per noi la salvaguard­ia del territorio è una priorità. Se ci sono responsabi­lità è bene che sia la magistratu­ra ad accertarlo. Si smetta però di puntare il dito contro il Prosecco, non è l’unica vite che viene coltivata in provincia».

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