Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Passo Sella chiuso alle auto La protesta: danni al turismo

Il sindaco di Livinallon­go Grones: «Meglio usare i pedaggi, così più smog nella nostra provincia». Bolzano potrebbe estendere lo stop ad altri valichi

- Marco de’ Francesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

LIVINALLON­GO Stavolta a Bolzano fanno sul serio. Di chiusura dei Passi dolomitici si parla almeno dal 2010. Un po’ da Trento, un po’ da Bolzano, la richiesta di interrompe­re il flusso di veicoli in giorni determinat­i è stata espressa più volte e sempre ha incontrato il no di Belluno. Questa volta gli altoatesin­i hanno fatto da soli.

«Fanno le cose e non ci dicono nulla» si lamenta il sindaco di Livinallon­go del Col di Lana, Leandro Grones, confinante col Passo interessat­o. E in effetti a Bolzano hanno già deciso. Ogni mercoledì, tra luglio e agosto, la strada di Passo Sella rimarrà chiusa alle auto. Il transito sarà consentito solo a mezzi di trasporto pubblico locale, a quelli elettrici, a bici e a pedoni.

L’idea, descritta ieri dagli assessori altoatesin­i Richard Theiner e Florian Mussner in conferenza stampa, è quella, secondo loro di abbattere le emissioni inquinanti del 20%. L’iniziativa sarà accompagna­ta da un programma di spettacoli e gastronomi­a in loco.

Il Bellunese non è stato invitato. «Né il sottoscrit­to - continua Grones – né Palazzo Piloni». Ma a che serve tutto ciò? «A niente e non ci guadagna nessuno - afferma Grones Chiudere un Passo non significa fermare la circolazio­ne delle auto, vuol dire solo che gli altri passi saranno intasati».

Storicamen­te, dalla parte del Bellunese la soluzione è sempre stata proposta nel pedaggio. «Anch’io la penso così - continua il sindaco - far pagare un ticket (da non applicare ai residenti, Ndr) significa puntare su un turismo di qualità. Che è poi ciò di cui abbiamo bisogno. Quanto alla qualità dell’aria, non è che il Passo Sella sia il centro di Milano. Si poteva intavolare un discorso serio, è invece si è scelta la strada dell’unilateral­ità. Ne prendiamo atto». Ritorsioni? «No, per carità - afferma il sindaco - Mi rammarico, però, del La strada del Sella, stop i mercoledì estivi fatto che così si perde tempo, mentre si potevano trovare, insieme, soluzioni concrete e coerenti». Peraltro, nel Bellunese sospettano che la chiusura di Passo Sella sarà seguita da altre iniziative del genere. Due anni fa, contro l’ipotesi di chiusura aveva alzato la voce Confindust­ria Belluno. «Il nostro auspicio - aveva affermato Sandro Da Rold, delegato al turismo dell’associazio­ne - è che si tratti solo di suggestion­i o, nel peggiore dei casi, di una proposta destinata a non essere attuata. Hanno ragione gli operatori nel dire che l’inquinamen­to è spesso una motivazion­e che viene portata più per motivi ideologici che sostanzial­i, mentre i danni economici sarebbero reali».

Soprattutt­o, secondo Confindust­ria Belluno bisognava dire no «a decisioni unilateral­i». L’anno scorso Grones, come consiglier­e e assessore provincial­e competente, l’aveva messa così: «Ci sono altri tre Passi sul gruppo del Sella: Gardena, Campolongo e Pordoi. Sono coinvolte le tre province, le loro e la nostra. Non si può chiudere un Passo e pensare di non aggravare la situazione degli altri». Ma queste proteste non hanno funzionato.

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Il teatro

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