Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Calcio tra tonfi fragorosi e piccoli miracoli: quando il blasone non basta più
Un fine settimana in chiaroscuro per il calcio di casa nostra. Che poi i sorrisi siano prevalenti sulle lacrime è questione di punti di vista. Proviamo a mettere in fila i fatti, partendo da quelli negativi. Vicenza ko nel derby a Cittadella e, di fatto, sprofondato in Lega Pro; Padova e Bassano fuori al primo giro dai playoff di Lega Pro con Albinoleffe e Pordenone. Dall’altra parte i sorrisi, che pure non sono di poco conto perché il Chievo in serie timbra l’ennesimo campionato di tutto rispetto. In serie B il Cittadella mette una serissima ipoteca sui playoff per la serie A (i granata sono quarti, il loro lo hanno fatto, se gli spareggi si faranno dipende dal distacco con la terza). E il Verona aspetta di festeggiare un immediato ritorno nella massima serie. Un gradino più sotto il Venezia non perde un colpo e vince anche il primo match della Supercoppa mentre il Mestre, nella poule scudetto della serie D, supera il Cuneo e mette il Monza nel mirino. Sorrisi e lacrime, appunto, con un paio di note che escono chiare dagli appunti della cronaca. E cioè che due piazze storiche del nostro calcio, quella padovana e quella vicentina, continuano — seppur con piani e obiettivi completamente diversi — a fare tanta, troppa fatica a centrare l’obiettivo. I biancorossi vedono pressoché certificata una retrocessione che potrebbe avere, nella peggiore delle ipotesi, conseguenze pesantissime anche sul futuro del club. Dall’altra parte il Padova che, pur dopo un buon campionato, cade rovinosamente all’Euganeo alla prima partita dei playoff. E addio sogni di serie B, senza seconde chance. Gode il piccolo Cittadella, che per umiltà, capacità gestionale e «fiuto» sul mercato dovrebbe essere di esempio per molti. Dice: è un piccolo centro, lì non c’è pressione... Vero, ma non è tutto. Gode il Venezia di Joe Tacopina, che compie in due anni un doppio salto dalla serie D alla serie B. Dice: lì ci sono disponibilità... Vero, ma non basta. Non basta la serenità, non bastano i mezzi. Sono importanti ma non sono mai bastati per fare calcio. La parolina magica è una: programmazione. Facile non è ma non lo è nemmeno saper vincere.