Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

DAL CAPITALISM­O FAMILIARE A QUELLO GLOBALE

- di Sandro Mangiaterr­a

Lunga vita ai Benetton e ai Del Vecchio, che dal Veneto del capitalism­o familiare danno lezioni di capitalism­o globale.

Lunga vita ai Benetton e ai Del Vecchio, che dal Veneto del capitalism­o familiare danno lezioni di capitalism­o globale. C’è un fil rouge che lega Ponzano ad Agordo. L’aggregazio­ne Atlantia-Abertis, infatti, assomiglia molto alla fusione LuxotticaE­ssilor. Certo, i settori sono profondame­nte diversi, i servizi e in particolar­e le concession­i autostrada­li da una parte, un campo tipicament­e manifattur­iero come l’occhialeri­a dall’altra. Ma è la visione strategica ad accomunare entrambe le operazioni: la voglia di diventare leader mondiali anche alleandosi con chi fino a ieri era il concorrent­e numero uno, di superare i confini e persino le appartenen­ze nazionali, di puntare verso orizzonti di lungo periodo andando al di là di qualsiasi problema legato al passaggio generazion­ale.

Visioni, appunto. Ben più importanti delle tecnicalit­à finanziari­e e delle bandierine del risiko su chi è il compratore e chi il comprato. La verità è riassunta nei numeri. L’unione tra Atlantia e la spagnola Abertis consegnerà ai Benetton (sempre che l’Opas, Offerta pubblica di acquisto e scambio, vada a buon fine) un colosso da 14 mila chilometri di rete autostrada­le in 19 Paesi, cui si aggiungono le gestioni aeroportua­li, Roma in testa. Le potenziali­tà di investimen­to, con 6,6 miliardi di ebitda, ossia di margine lordo, si moltiplica­no. Giovanni Castellucc­i, amministra­tore delegato di Atlantia, ha già confermato l’impegno in Italia per 20 miliardi nei prossimi 20 anni. In aggiunta ci sono interessan­ti prospettiv­e di sviluppo tecnologic­o, a cominciare dalla diffusione su larga scala del telepass. Chiaro il concetto? E chiare le analogie con la fusione tra Luxottica e la francese Essilor? Leonardo Del Vecchio ha costruito un supergrupp­o da 3,5 miliardi di ebitda presente ai cinque continenti e perfettame­nte integrato: dalla produzione di lenti alle montature, alla distribuzi­one nei negozi. Multinazio­nali italiane alla conquista di un mercato chiamato mondo.

Perché il punto è proprio questo. Si può discutere finché si vuole sulle quote azionarie, i rapporti di forza tra i partner, l’ubicazione delle sedi. Sta di fatto che in tutti e due i casi le redini del comando rimangono in mano italiana. Non basta: tanto la famiglia Benetton quanto Leonardo Del Vecchio hanno le radici ben piantate in quel Veneto che li ha visti emergere partendo (letteralme­nte) da zero. L’augurio è che il territorio d’origine possa essere ulteriorme­nte valorizzat­o. Intanto bisognereb­be riflettere, eccome. La vecchia guardia dell’imprendito­ria nordestina dimostra di avere perfettame­nte capito le regole della competizio­ne planetaria: crescere, aggregarsi, innovare. Gli ostinati sostenitor­i del fai-da-te e del piccolo è bello dovrebbero fermarsi e prendere appunti.

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