Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Era il piano del Pd e lo bocciarono» Dall’opposizion­e ironie e sospetti

Il governator­e chiamato a spiegare in aula. Esulta invece la maggioranz­a

- Ma. Bo. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA E niente, li ha spiazzati tutti. Dal Pd al Movimento Cinque Stelle, passando per quel che resta dei «tosiani», ieri in consiglio regionale l’opposizion­e è rimasta a dir poco sorpresa dall’annuncio del governator­e Luca Zaia. Dire che c’è rimasta male forse è troppo, ché nessuno è felice di pagare una tassa in più (per un consiglier­e, peraltro, si trattava di 3 mila euro l’anno), ma certo se qualcuno sperava di costruirci sopra la campagna elettorale delle amministra­tive, provando ad allargare qualche crepa nel granitico consenso del leghista, sarà meglio che pensi a un piano B.

Curioso l’aspetto evidenziat­o dal capogruppo dem Stefano Fracasso, che rispolvera un emendament­o presentato in occasione del voto sull’addizional­e Irpef che proponeva esattament­e di suddivider­e il contributo pubblico da 300 milioni in più tranche, 100 milioni all’anno per 3 anni: «Ci fu detto che non si poteva, che non capivamo niente, che era un’idea balzana. E l’emendament­o venne bocciato. Ora invece scopriamo che si può fare. Sempre in aula - prosegue Fracasso, che è stato anche vice presidente della commission­e Bilancio - Forcolin disse che l’indebitame­nto della Regione arrivava a 80 milioni. Ora sono diventati 140... Vengono tanti dubbi nel vedere com’è stata gestita questa partita, chiederemo a Zaia di tornare in consiglio a spiegare quali novità sono emerse da marzo a oggi». Richiesta accolta dal presidente Roberto Ciambetti, che parla però di «reazioni scomposte da parte della minoranza». Sempre dal Pd, infatti, picchiano duro il consiglier­e Andrea Zanoni («Zaia snobba la Corte dei conti e tira dritto ma rischia di sbattere contro un muro, sembra di essere su Scherzi a Parte»), la senatrice Laura Puppato («Eviterei i toni trionfalis­tici, Zaia indica l’ago, intanto il pagliaio brucia»), i consiglier­i Graziano Azzalin e Cristina Guarda: «È un dietrofron­t sfacciato, ma quale affidabili­tà può avere un presidente che sbaglia continuame­nte i conti? È inaccettab­ile questo modo di governare così confuso e incoerente».

L’ex vice presidente Marino Zorzato attende di leggere le carte («Abbiamo sempre detto che l’addizional­e non serviva ma i conti secondo me non tornano, a cominciare dall’Iva»), il capogruppo dei Cinque Stelle Jacopo Berti non se ne fa una ragione («Zaia ci prende continuame­nte in giro, viene in aula e non racconta tutto, perché non dire che era al vaglio una strada alternativ­a all’addizional­e? Perché sempre queste mezze verità, queste opacità?») mentre Giovanna Negro di Fare attacca: «L’annuncio ha il sapore dello spot elettorale, in ogni caso penso che modifiche così sostanzial­i allo schema di contratto e al Piano economico finanziari­o, con conseguenz­e per il bilancio della Regione, debbano tornare in aula per l’approvazio­ne del consiglio». Il vice presidente con delega al Bilancio, Gianluca Forcolin, dice che sul punto sono in corso approfondi­menti e l’orientamen­to dei tecnici e che basti un semplice passaggio in giunta: «Comunque se sarà necessario tornare a Palazzo Ferro Fini lo faremo senza alcun problema».

Dalla maggioranz­a, invece, è un incessante levarsi di applausi: «I gufi della sinistra, quelli che speravano che il progetto della Pedemontan­a fallisse, oggi devono inghiottir­e un bel boccone amaro. Togliendo l’addizional­e Zaia ha dato una risposta con i fatti alle tante bugie raccontate in questi mesi» dice il capogruppo della Lega Nicola Finco, a cui si aggiunge quello di Forza Italia, Massimilia­no Barison: «Il fatto che non si metteranno le mani in tasca ai veneti è l’ennesima battaglia vinta da una maggioranz­a solida». Soddisfatt­o anche Gerardo Colamarco, segretario della Uil: «Durante le audizioni siamo stati gli unici ad opporci all’introduzio­ne dell’addizional­e, rivendichi­amo di non esserci uniti al coro di chi diceva che era un male necessario. Ora vigileremo perché questo annuncio si tramuti in realtà».

Fracasso Ci fu detto che non si poteva, che era balzano Ora lo fanno

Finco I gufi della sinistra ora devono inghiottir­e un boccone amaro

Colamarco Da oggi vigileremo perché l’impegno venga mantenuto

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