Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Donna soffocata dallo spezzatino sette indagati in ospedale

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VENEZIA Ci sono due infermiere, due medici del reparto di Medicina e infine i tre anestesist­i intervenut­i subito dopo. In tutto sono sette i sanitari indagati per la morte di Francesca Minardi, la 72enne donna siciliana deceduta giovedì scorso all’ospedale di San Donà, soffocata durante il pranzo, probabilme­nte da un pezzo di spezzatino. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo. Ieri il medico legale Antonello Cirnelli e quelli delle difese, i dottori Giandomeni­co Burigana, Gianni Barbuti e Davide Roncali (nominati dagli avvocati Francesco Schioppa, Roberto Carraretto e Matteo Rorato), hanno eseguito l’autopsia sulla donna, che ha confermato l’ipotesi del «boccone fatale». E visto che il primo piatto era stata una pastina, pare evidente che l’indiziato principale sia lo spezzatino che aveva mangiato come secondo e che è una carne di solito piuttosto dura, capace dunque di soffocare nel caso in cui si ingerisca un boccone poco masticato.

L’indagine però non finisce qui, anzi. Il pm Rosa Gaetana Liistro, titolare dell’inchiesta, ha infatti domandato al medico legale – come spesso avviene in questi casi, quasi una procedura standard – di ricostruir­e anche i tempi del decesso e se e come avrebbe potuto essere evitato. E proprio per questo, in via cautelare, ha iscritto sul registro degli indagati un numero così elevato di sanitari, tutti quelli che in quel momento erano presenti nel reparto del nosocomio di San Donà, cioè le due infermiere e i due medici, o sono intervenut­i successiva­mente, come i tre anestesist­i che hanno provato a salvarla. D’altra parte la domanda che si pone il pm è quella di chiunque si trovi di fronte a una vicenda del genere, così come se l’è posta il figlio della vittima, che per questo ha chiamateo i carabinier­i e poi si è presentato in caserma con un esposto da lui firmato, da cui è nata l’indagine della procura: com’è possibile che una donna muoia in questo modo di un ospedale, dove dovrebbe esserci tutti gli strumenti, sia in termini di personale che di macchinari, per salvare vite umane anche coinvolte in incidenti più gravi e meno banali di questo? I medici e i loro difensori in questa fase sarebbero abbastanza sereni e tranquilli di aver fatto il loro dovere

La donna era stata ricoverata per delle analisi, essendo affetta da una forte forma di diabete mellito. Ma in realtà la sua malattia non avrebbe molto a che fare con quella che pare più che altro una tragica fatalità.

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