Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ris e periti al lavoro per 8 ore «Il vigilante ha sparato da vicino»
Giostraio ucciso, dai rilievi una conferma della versione fornita dalla guardia
TREVISO Una decina di tecnici del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) dei carabinieri di Parma, ha lavorato ieri per circa 8 ore sulla Bmw station wagon che Manuel Major guidava all’alba del 22 aprile scorso, quando venne raggiunto dal colpo di pistola sparato dal vigilante cittadellese Massimo Zen. Alla presenza dei consulenti di parte, i carabinieri hanno effettuato tutti i rilievi sull’auto usata dalla banda di giostrai in fuga. Misurazioni, calcoli e prelievi che saranno valutati nelle prossime settimane ma che, secondo il consulente della difesa di Zen Oscar Ghizzoni, ex ufficiale dei Ris (aveva assistito anche Graziano Stacchio il benzinaio di Ponte di Nanto), avrebbero già dato conferma di quanto aveva fin da subito dichiarato il 47enne metronotte dei Rangers del Gruppo Battistolli: «Ho sparato per difendermi».
«Siamo soddisfatti di quanto è emerso ieri – spiega l’avvocati di Zen, Daniele Panico -, perché i primi risultati confermano la versione difensiva e smentiscono in maniera assoluta che il colpo che ha ferito mortalmente Major sia stato sparato da una distanza di oltre 30 metri, che è stata la prima impressione dei famigliari della vittima. Il colpo è stato frontale e ravvicinato, sparato da una distanza breve». Ma quanto breve? Secondo il consulente della famiglia Major, l’esperto balistico Marco Piovan, «di sicuro superiore a un metro». «Con i rilievi effettuati ieri – precisa l’avvocato Fabio Crea, legale dei Major -, non è possibile avere già una ricostruzione definitiva della dinamica, ma i 3 colpi sono stati repertati - uno frontale sul cofano, uno sul parabrezza sparato con angolazione di 47 gradi da sinistra verso destra e di 5 gradi dall’alto, e il terzo che ha colpito l’auto posteriormente -, ci fanno ritenere che l’auto fosse in movimento e che la distanza non sia minima. A conferma delle prime valutazioni del nostro consulente Massimo Montisci, che dopo l’autopsia aveva ipotizzato una distanza da 1 a 10 metri».
Nelle prossime settimane, nei laboratori di balistica, chimica e biologia dei Ris, saranno invece analizzati i campioni repertati nell’auto. Gli esperti di balistica dovranno accertare la dinamica esatta e le traiettorie dei colpi esplosi.
Nel laboratorio di biologia saranno invece analizzati i reperti organici prelevati nell’auto, che potrebbero consentire di isolare il Dna dei complici che quella notte erano in auto con Major. Al laboratorio chimico spetterà invece accertare se, come ha dichiarato il vigilante, anche i giostrai hanno esploso dei colpi di pistola. Se così fosse, sugli sportelli e dentro l’auto dovrebbero esserci tracce di polvere da sparo.