Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ex popolari, Viola riapre a Cattolica Scontro in Bim, se ne va il vicepresid­ente

- Federico Nicoletti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Il via libera definitivo alla ricapitali­zzazione delle ex popolari venete che si sposta sempre più in avanti e che ora è atteso «auspicabil­mente entro l’estate». Sperando che nel frattempo almeno «la certezza dell’intervento si concretizz­i a breve». Perché in ballo per Popolare di Vicenza e Veneto Banca c’è la possibilit­à di un rilancio, «che passa attraverso l’aggregazio­ne» e di «ricostitui­re il rapporto con la clientela». Prima che sia troppo tardi. Anche perché le due banche si sono attrezzate per tirare avanti in questa incertezza, ma «sono oggi in condizione di funzionare per un certo numero di mesi senza che questo determini un problema». Fabrizio Viola, amministra­tore delegato di Bpvi e presidente del comitato strategico di Veneto Banca, le coordinate entro cui si muove la difficile ricapitali­zzazione delle due banche venete le ha ripetute ieri a Milano, all’ottavo Forum banca e impresa del Sole 24 Ore.

Mentre a Torino scoppiava un nuovo caso in Banca Intermobil­iare, la controllat­a quotata di Veneto Banca dedicata al private banking che Montebellu­na è tornata a mettere sul mercato, in cui ieri si è dimesso, con effetto immediato, il vicepresid­ente Giampaolo Provaggi. Dimissioni dovute ad uno scontro in cda, visto che lo stesso comunicato di Bim, senza troppi giri di parole, le motiva «in ragione del dissenso più volte espresso nelle riunioni consiliari».

Intanto a Milano Viola difendeva il Fondo Atlante, dicendo che «il suo dovere l’ha fatto con le good bank e le banche venete», si diceva «sereno , perché ho una profonda fiducia nella giustizia», rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio nell’inchiesta su Mps, e faceva il punto sulla trattativa con Bruxelles e sugli sviluppi intorno al piano industrial­e e alla fusione tra le due venete. «Stiamo lavorando molto, molto intensamen­te con l’auspicio che i tempi siano relativame­nte brevi - ha sostenuto Viola -. Se i tempi rimarranno nell’alveo di quanto ipotizzato non ci dovrebbe essere un problema di tempo in rapporto alla continuità aziendale».

La scommessa, a questo punto, è che la ricapitali­zzazione con i fondi statali abbia il via libera da Bruxelles. Con una necessità di capitale significat­ivamente inferiore ai 6,4 miliardi fissati da Francofort­e e una fusione tra le due ex popolari data per scontata, dopo il via libera Ue. Sar à a quel punto che scatterà la trattativa vera sugli esuberi, su cui la posizione già espressa da Viola è di evitare i licenziame­nti. Ieri il sottosegre­tario all’Economia, Pier Paolo Baretta, parlando delle ricapitali­zzazioni, ha detto che lo Stato azionista non farà «macelleria sociale». E intanto si vedrà se decollerà in Bpvi la mini-trattativa con i sindacati per portare a casa la prima riduzione di costi da 50 milioni di euro già nel 2017, un primo test richiesto dall’Ue, per mostrare che il successivo taglio dei costi del piano industrial­e non resterà solo sulla carta.

Intanto, mentre il lavoro istruttori­o andrà avanti fino a fine mese, avanzano le decisve partite di contorno del piano industrial­e. Come la vendita del 40% della Sgr Arca a Bper e Popolare Sondrio, «su cui - ha detto Viola - speriamo di avere novità in tempi brevi: anche su questo fronte stiamo lavorando senza sosta». Così come ritorna centrale la questione dei rapporti con Cattolica assicurazi­oni. «Ci sono contatti aperti, l’auspicio è che possano portare a un nuovo progetto di bancassicu­razione», ha aggiunto il manager. I rapporti su questo fronte sono tesi, dopo l’uscita di Cattolica dagli accordi con Bpvi, che implicano per la banca dover spendere 180 milioni per ricomprare le quota della coop nelle società comuni, e la vendita da parte di Bpvi del 6% di Cattolica. Ma la novità dell’arrivo dell’ex Cfo di Generali, Alberto Minali, alla guida di Cattolica, al posto di Pierluigi Mazzucchel­li, potrebbe rilanciare i rapporti in senso positivo. Viola ha con Minali un rapporto consolidat­o. Per logica c’è tempo un mese per chiudere la partita: Minali diventerà operativo il 1. giugno e Viola, dopo il vincolo di blocco di 90 giorni dichiarato il 5 aprile, giorno di cessione della quota del 6%, non potrà tornare sul mercato prima dell’inizio di luglio per vendere l’altro 9%.

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Alla guida Fabrizio Viola, Ad di Bpvi

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