Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ex popolari, Viola riapre a Cattolica Scontro in Bim, se ne va il vicepresidente
VENEZIA Il via libera definitivo alla ricapitalizzazione delle ex popolari venete che si sposta sempre più in avanti e che ora è atteso «auspicabilmente entro l’estate». Sperando che nel frattempo almeno «la certezza dell’intervento si concretizzi a breve». Perché in ballo per Popolare di Vicenza e Veneto Banca c’è la possibilità di un rilancio, «che passa attraverso l’aggregazione» e di «ricostituire il rapporto con la clientela». Prima che sia troppo tardi. Anche perché le due banche si sono attrezzate per tirare avanti in questa incertezza, ma «sono oggi in condizione di funzionare per un certo numero di mesi senza che questo determini un problema». Fabrizio Viola, amministratore delegato di Bpvi e presidente del comitato strategico di Veneto Banca, le coordinate entro cui si muove la difficile ricapitalizzazione delle due banche venete le ha ripetute ieri a Milano, all’ottavo Forum banca e impresa del Sole 24 Ore.
Mentre a Torino scoppiava un nuovo caso in Banca Intermobiliare, la controllata quotata di Veneto Banca dedicata al private banking che Montebelluna è tornata a mettere sul mercato, in cui ieri si è dimesso, con effetto immediato, il vicepresidente Giampaolo Provaggi. Dimissioni dovute ad uno scontro in cda, visto che lo stesso comunicato di Bim, senza troppi giri di parole, le motiva «in ragione del dissenso più volte espresso nelle riunioni consiliari».
Intanto a Milano Viola difendeva il Fondo Atlante, dicendo che «il suo dovere l’ha fatto con le good bank e le banche venete», si diceva «sereno , perché ho una profonda fiducia nella giustizia», rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio nell’inchiesta su Mps, e faceva il punto sulla trattativa con Bruxelles e sugli sviluppi intorno al piano industriale e alla fusione tra le due venete. «Stiamo lavorando molto, molto intensamente con l’auspicio che i tempi siano relativamente brevi - ha sostenuto Viola -. Se i tempi rimarranno nell’alveo di quanto ipotizzato non ci dovrebbe essere un problema di tempo in rapporto alla continuità aziendale».
La scommessa, a questo punto, è che la ricapitalizzazione con i fondi statali abbia il via libera da Bruxelles. Con una necessità di capitale significativamente inferiore ai 6,4 miliardi fissati da Francoforte e una fusione tra le due ex popolari data per scontata, dopo il via libera Ue. Sar à a quel punto che scatterà la trattativa vera sugli esuberi, su cui la posizione già espressa da Viola è di evitare i licenziamenti. Ieri il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, parlando delle ricapitalizzazioni, ha detto che lo Stato azionista non farà «macelleria sociale». E intanto si vedrà se decollerà in Bpvi la mini-trattativa con i sindacati per portare a casa la prima riduzione di costi da 50 milioni di euro già nel 2017, un primo test richiesto dall’Ue, per mostrare che il successivo taglio dei costi del piano industriale non resterà solo sulla carta.
Intanto, mentre il lavoro istruttorio andrà avanti fino a fine mese, avanzano le decisve partite di contorno del piano industriale. Come la vendita del 40% della Sgr Arca a Bper e Popolare Sondrio, «su cui - ha detto Viola - speriamo di avere novità in tempi brevi: anche su questo fronte stiamo lavorando senza sosta». Così come ritorna centrale la questione dei rapporti con Cattolica assicurazioni. «Ci sono contatti aperti, l’auspicio è che possano portare a un nuovo progetto di bancassicurazione», ha aggiunto il manager. I rapporti su questo fronte sono tesi, dopo l’uscita di Cattolica dagli accordi con Bpvi, che implicano per la banca dover spendere 180 milioni per ricomprare le quota della coop nelle società comuni, e la vendita da parte di Bpvi del 6% di Cattolica. Ma la novità dell’arrivo dell’ex Cfo di Generali, Alberto Minali, alla guida di Cattolica, al posto di Pierluigi Mazzucchelli, potrebbe rilanciare i rapporti in senso positivo. Viola ha con Minali un rapporto consolidato. Per logica c’è tempo un mese per chiudere la partita: Minali diventerà operativo il 1. giugno e Viola, dopo il vincolo di blocco di 90 giorni dichiarato il 5 aprile, giorno di cessione della quota del 6%, non potrà tornare sul mercato prima dell’inizio di luglio per vendere l’altro 9%.