Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Valdés, dettagli luminosi fra Velásquez e Matisse
Alla Galleria Contini di Venezia una personale dell’artista spagnolo. Fino al 30 novembre dipinti, collage, sculture e le famose statue equestri. I richiami alla tradizione. Il gallerista: «Ho coronato un sogno»
Ad accoglierci cinque simpatiche menine, le bambine di casa reale, che si ispirano a Diego Velásquez. Quindi lo sguardo va in fondo alla sala, dove troneggia un’imponente dama a cavallo, sorprendente scultura in legno policromo alta due metri e mezzo. Ed ecco Mariposas Azules, volto femminile dalla capigliatura che si schiude in una schiera di farfalle blu. Occupano la scena dipinti e collage su grande scala, sculture con volti di donne, statue equestri e altri soggetti, riprodotti in alluminio, bronzo, ferro, legno, alabastro.
È il mondo ironico e iconico di Manolo Valdés, in mostra alla Galleria d’Arte Contini di Venezia, nella sede di Calle Larga XXII Marzo, fino al 30 novembre. S’intitola «I dettagli luminosi» la prima importante personale in Italia dell’artista spagnolo (classe 1942) che si nutre dell’arte del passato per creare opere quasi sempre di ampie dimensioni, dando luogo a uno stile personale che pratica una revisione storica senza però annullare il valore del soggetto originale.
Un autore che per i suoi lavori prende a pretesto immagini saldamente entrate nella nostra cultura visiva, da Piero della Francesca, Velásquez, Zurbaran, Ribera, Goya fino a Matisse, Léger e Picasso, operando un minuzioso lavoro di appropriazione attraverso i dettagli, un cacciatore d’immagini che sceglie un soggetto, un tema centrale e ne declina i diversi significati sviluppandolo in serie, riconsegnando un’immagine unica e una vitalità tutta contemporanea. «Noi costruiamo – afferma Valdés - su ciò che la storia dell’arte ha messo nelle nostre mani».
Nella serie de Las Meninas, il maestro valenziano presenta le figure velázqueziane stilizzate ed estrapolate dal contesto, restituendo in cambio la potenza della resa tridimensionale. «Con questa mostra (sponsorizzata da Audemars Piguet) - racconta Stefano Contini, che dal 2016 rappresenta l’artista per l’Italia - ho coronato un mio sogno. Valdés è uno tra i pochi autori contemporanei al mondo che riesce ad esprimersi efficacemente sia nella pittura sia nella scultura».
L’esposizione - che s’inaugura sabato alle 18.30 alla presenza dell’autore - riunisce le sue ultime realizzazioni, una quarantina di opere, in cui già al primo colpo d’occhio emerge la maestria tecnica, lavori in cui l’illuminazione e i colori esprimono una sensazione di tattilità. Guardando le sue sculture blu, come Cabeza con Mariposas, Reina Mariana o Blue Table abbiamo l’impressione di trovarci di fronte a realizzazioni in vetro; invece scopriamo che sono di legno o resina o bronzo.
Molto suggestiva la serie di teste in alabastro e acciaio, con i due materiali a contrasto: «Lavora i suoi materiali – spiega storico dell’arte ed ex direttore del museo d’arte moderna di Valencia Kosme María de Barañano, autore di un testo critico nel catalogo della rassegna - come un sarto che dà forma, mimetizzando, in qualche modo, una realtà preesistente, così come lo erano le idee nella cosmo-visione del filosofo greco Platone». Assai «impressive» risultano anche i giganteschi ritratti del maestro, dove i colori sono miscelati ai tessuti, gli echi di Matisse e Picasso evidenti. Con la «mediazione» di Valdés entrano in una dimensione senza tempo. I lavori di questa personale sono svincolati dalle denunce politico-sociali che avevano caratterizzato il ventennio di appartenenza al gruppo «Equipo Crónica», collettivo pioneristico di Pop Art spagnola che coniugava sperimentazione creativa e critica politica. La mostra ha un’estensione fuori della Galleria: nella terrazza dell’Hotel The Westin Europa & Regina è collocata Irene, una scultura alta 4 metri; nel giardino dell’Hotel Cipriani altre due opere monumentali, Dama e Caballero.