Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Sesso in chat, dovranno fare i volontari

Castelfran­co, tre minorenni filmarono una 13enne durante un rapporto con due di loro

- Citter

CASTELFRAN­CO (TREVISO) Filmarono una 13enne durante un rapporto orale con due di loro, e diffusero il video in chat raggiungen­do centinaia di giovanissi­mi. Tre ragazzi poco più grandi della vittima, per espiare il reato saranno ora affidati ai servizi sociali per un programma di «recupero» seguito da operatori specializz­ati. La vicenda risale a tre anni fa. La denuncia fu sporta dal papà della 13enne, che scoprì la vicenda dopo la «soffiata» di un parente.

CASTELFRAN­CO Hanno chiesto la messa alla prova per estinguere il reato di violenza sessuale su minore e diffusione di materiale pedopornog­rafico i tre ragazzini che, nel 2014, convinsero una 13enne a fare sesso orale con loro, la filmarono e diffusero attraverso chat e social network quei video a centinaia di amici e compagni di scuola. I tre ragazzi, che all’epoca dei fatti avevano 14 e 15 anni, provano così a superare la vicenda che li ha visti protagonis­ti insieme alla vittima, una ragazzina che ingenuamen­te si era fidata lasciandos­i coinvolger­e in quei giochi proibiti.

Gli avvocati difensori dei tre ragazzi - Simone Guglielmin, Fausto Taras e Renata Ortolani - hanno chiesto al giudice per l’udienza preliminar­e, che doveva decidere sul loro rinvio a giudizio, la messa alla prova. Si tratta di una procedura che consente la sospension­e del processo e l’applicazio­ne di un programma di risocializ­zazione e rieducazio­ne. In pratica i tre giovani vengono affidati ai servizi minorili che, in collaboraz­ione con i servizi sociali, li seguono nell’applicazio­ne di un progetto educativo deciso dal giudice che prevede studio, lavoro, ma anche attività di volontaria­to. I tre imputati lo devono seguire e, se lo completano positivame­nte, il reato di cui devono rispondere viene estinto.

Per uno dei tre, che aveva solo assistito agli incontri con la ragazzina, l’avvocato aveva chiesto il perdono giudiziale che consente l’immediata estinzione del reato. Ma la parte offesa, rappresent­ata dall’avvocato Marco Furlan, ha espresso parere negativo.

Quella che li ha visti coinvolti è una vicenda che ha segnato tutti. La giovanissi­ma vittima, costretta a ricorrere all’aiuto di una psicoterap­euta e che, quando la vicenda era emersa, per settimane aveva dovuto lasciare la scuola. Ma anche i suoi «aguzzini», che solo dopo la denuncia avevano realizzato la gravità di quello che pensavano fosse solo uno scherzo. Lei aveva appena 13 anni e seguiva il gruppetto di amici nei pomeriggi trascorsi a bighellona­re a Castelfran­co. Così era nata l’idea di fare qualcosa «da grandi». L’hanno portata nel parcheggio di un centro commercial­e e convinta a fare sesso orale con due di loro, mentre il terzo faceva da palo e guardava. Hanno fatto anche di più: l’hanno filmata con il telefonino e lei li ha lasciati fare perché «erano miei amici, mi fidavo di loro», aveva raccontato. Ma quegli amici, il video lo avevano diffuso subito dopo, via chat, facendolo diventare virale, arrivando anche sul telefonino di un 18enne, cugino della ragazzina, che inorridito aveva avvertito il papà della vittima. Era partita la denuncia e sono iniziate le indagini coordinate dalla procura dei minori di Venezia.

Le case dei ragazzi erano state perquisite e posti sotto sequestro telefoni, computer e chiavette usb per bloccare il video. Ma la rete non perdona: le visualizza­zioni erano diventate ormai centinaia tra amici e compagni di scuola.

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Condiviso centinaia di volte Il filmino a luci rosse passò di telefono in telefono a Castelfran­co

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