Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Un’ossessione per Isabella» Il pm chiede l’ergastolo per Freddy e la sorella

Padova, la requisitor­ia del pm in aula: «Ossessiona­ti». Chiesti 16 anni per Manuela

- Munaro

PADOVA «Un omicidio preparato, pianificat­o, eseguito e poi depistato». Al processo per la morte di Isabella Noventa, uccisa e fatta sparire nel nulla la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016, il pm ha chiesto l’ergastolo per Freddy e Debora Sorgato. Sedici anni e otto mesi per la tabaccaia Manuela Cacco.

PADOVA L’ossessione per Isabella. Quella di Freddy, che non voleva lasciare la sua fidanzata; quella di Debora, preoccupat­a per le difficoltà che il fratello stava vivendo a causa di una storia d’amore tormentata; e infine quella di Manuela, che in Isabella vedeva l’ostacolo più grande ad avere Freddy tutto per sé.

Un’ossessione fatale che ha spinto i tre a tessere una tela perfetta attorno ad Isabella Noventa, uccisa e fatta sparire nel nulla la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016. Nel chiudere tre giorni di requisitor­ia (quasi 20 ore di minuziosa ricostruzi­one) il pubblico ministero Giorgio Falcone ha usato la mano pesante. Ergastolo per Freddy e Debora Sorgato, sedici anni e otto mesi per Manuela Cacco, tutti accusati di omicidio volontario premeditat­o, sottrazion­e e soppressio­ne di cadavere oltre che (ma solo per Manuela Cacco) stalking e simulazion­e di reato. E la richiesta sarebbe stata ancora più pesante se gli imputati non avessero scelto il rito abbreviato, che permette uno sconto di pena di un terzo. Quel terzo tolto ai fratelli Sorgato è l’isolamento diurno per otto mesi, Manuela è passata da 21 anni a 16 anni e 8 mesi.

A salvare Manuela, tabaccaia di Camponogar­a, è stato sia il comportame­nto durante le indagini (ha fornito la versione della dinamica dell’omicidio) sia anche il ruolo giocato nella notte del delitto, nonostante fosse «quella che più ci avrebbe guadagnato» dalla morte di Isabella. Ma il suo era un «concorso morale»: Manuela si era messa d’accordo con i fratelli Sorgato, aveva convinto Freddy alimentand­o in lui il fuoco dell’odio verso la vittima e aveva fornito un appoggio valido durante il depistaggi­o. Era stata lei a recitare la messinscen­a del giubbino bianco, l’ormai famosa passeggiat­a della tabaccaia per il centro di Padova a dimostrare che Isabella doveva raggiunger­e un’amica. Ma Isabella era già morta, stordita da Debora con due colpi di mazzetta in testa e poi strangolat­a con una corda. Manuela aveva iniziato a cedere già sul finire del gennaio 2016, poco prima dell’arresto. Si era accorta che Freddy non le dava le attenzioni che le aveva promesso e il 30 gennaio lei le aveva scritto quel sms criptico: «Asaaas». Convocata in questura poi aveva raccontato della sceneggiat­a, sintomo dell’ossessione di Freddy per Isabella.

Nel memoriale consegnato al giudice per ribadire la versione del gioco erotico finito in tragedia, il camionista aveva scritto di aver accompagna­to Manuela vestita da Isabella per «vedere se qualcuno la riconoscev­a». Per il pm, che ha chiamato Freddy «fine umorista», è la dimostrazi­one che pur sapendo morta Isabella lui ne era rapito tanto da provare a capire chi dovesse incontrare. Nel mese prima dell’omicidio Freddy aveva dormito a casa di Isabella sedici notti e con lei aveva trascorso la vigilia di Natale, per poi passare il giorno di festa a casa della madre con Manuela e Debora.

Anche lei ossessiona­ta dalle pene d’amore del fratello, così tanto da chiamare il fratello di Isabella per dirgli che Freddy era in depression­e a causa di lei. Senza Freddy quindi, Debora non si sarebbe mai convinta a uccidere la segretaria. È lui che organizza la pizza con Isabella, il ritorno nella sua casa e i sacchi (uno o due, non è chiaro) in cui nascondere il corpo senza vita. Così i fratelli Sorgato hanno partecipat­o materialme­nte l’assassinio: persone, le ha descritte il pm, «con grande capacità di delinquere» per aver «preparato, pianificat­o, eseguito e cercato di depistare l’omicidio». Due gli episodi su cui si è soffermato Falcone: «l’aberrante appello di Freddy a Isabella» nei giorni della scomparsa. E il disprezzo per le indagini in una frase detta il 5 ottobre scorso in carcere: «Isabella è morta è l’ho buttata nel Brenta: cercate, controllat­e, guardate, annegate», riferito a Rosario Sanarico, il sommozzato­re morto nel Brenta per cercare il corpo di Isabella. Quella frase poi sarebbe la conferma che fin da subito i tre avevano pensato di disfarsi per sempre del cadavere senza mai farlo più trovare, «per loro, la dimostrazi­one della loro innocenza», ha tuonato il pm. Che prima di chiudere ha depositato al giudice gli interrogat­ori dei giorni scorsi sulla lettera spedita da Debora a Barbara D’Urso e alla trasmissio­ne Pomeriggio Cinque. Su chi sia stato a spedire quella missiva datata 16 gennaio 2017, ora la Mobile ha aperta un’indagine. Poi le richieste. Manuela piange, impassibil­i i fratelli. Debora, solo un ghigno prima che due agenti la riportasse­ro in cella.

Falcone I fratelli Sorgato hanno mostrato una grande capacità di delinquere

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