Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il pizzaiolo e la cuoca divisi da età e progetti

- Di Angela Tisbe Ciociola

TREBASELEG­HE (PADOVA) Una relazione finita, o forse mai davvero iniziata. Una grande differenza d’età. Una donna che voleva continuare ad andare avanti con la propria vita, e un uomo che non poteva accettare di essere messo da parte. Sembra esserci tutto questo dietro l’omicidio di Natasha Bettiolo, la 46enne di Massanzago trovata morta ieri pomeriggio nella sua autoa Trebaseleg­he, il corpo trafitto da coltellate inferte da Luigi Sibilio, pizzaiolo di 11 anni più giovane, fino a qualche mese fa residente a Loreggia. «Sembra avessero una relazione», sussurrava­no i conoscenti ieri pomeriggio, mentre osservavan­o da lontano il lavoro dei carabinier­i in via Fermi. «Lei lo ha lasciato, o forse voleva farlo, e lui non l’ha potuto sopportare e l’ha uccisa», ribattevan­o altri curiosi, riuniti a piccoli capannelli.

I pettegolez­zi della gente, però, sono presto arrivati alle orecchie dei familiari che male hanno digerito tutto quello che, in paese, in tv e su internet si diceva di Natasha. «Non era il compagno, hanno scritto tante bugie – ha così urlato davanti a tutti il figlio di Natasha, Nicola, rivolto ai militari che cercavano di tenerlo calmo e, per quanto possibile, di consolarlo -. Nessuno deve dire falsità su mia madre». Natasha aveva avuto quel figlio da giovanissi­ma. Era appena adolescent­e quando, nel 1988, è diventata mamma. Tre anni dopo, poi, un altro bimbo. Il suo matrimonio non è durato molto: dopo qualche anno, infatti, aveva divorziato, anche se i rapporti con il suo ex marito si sono mantenuti molto buoni, come dimostra il fatto che il suo ex, ieri pomeriggio, fosse presente sul luogo del delitto, seduto in terra, a piangere sconsolato, nascosto a occhi curiosi e indiscreti da una grande auto rossa.

Da qualche tempo sembra che avesse intrecciat­o una relazione con un uomo molto più giovane di lei, Luigi Sibilio, di appena sei anni più grande del suo figlio maggiore. Quanto il rapporto tra i due fosse profondo, e quanto a lungo fosse durato, non è ancora possibile dirlo. Solo Sibilio può far luce su questo aspetto. Dopo aver ucciso Natasha, però, il 35enne ha cercato di suicidarsi. A salvarlo è stata un’operazione d’urgenza in ospedale a Padova. Ieri sera, però, non era ancora in grado di rispondere alle domande del magistrato e dei carabinier­i.

Solo nelle prossime ore potrà essere interrogat­o dal suo letto d’ospedale, dove si trova agli arresti con l’accusa di omicidio volontario, e spiegare così quanto e in che modo conoscesse la sua vittima, e soprattutt­o perché l’abbia uccisa.

Così come oggi verranno sentiti anche i figli, i genitori e l’ex marito di Natasha, ieri troppo sconvolti per poter rilasciare molte dichiarazi­oni ai militari e protetti da giornalist­i e ficcanaso da un cordone di amici. Sembra comunque che Natasha non volesse più portare avanti il rapporto con il pizzaiolo, e avesse così deciso di lasciarlo.

Una decisione non accettata da Sibilio che, infatti, ieri pomeriggio si è presentato nel parcheggio di via Fermi e lì ha aspettato che la donna uscisse dalla scuola dove lavorava come cuoca. Forse voleva un ultimo chiariment­o. O più probabilme­nte, il suo proposito era quello di ucciderla fin da quando è uscito di casa, dal momento che con sé ha portato il coltello con il quale ha ferito a morte Natasha e che poi ha lasciato in terra, sul tappetino dell’auto dove i due sono stati ritrovati. «Conosco Sibilio solo di vista – racconta Fabio Bui, sindaco di Loreggia, il paese dove l’omicida viveva prima di trasferirs­i a Santa Maria di Sala, nel Veneziano -. Era una persona molto schiva, stava sempre per conto suo. Non aveva familiari qui in zona e non era riuscito a farsi amici in paese. Non dava molta confidenza, quindi qui quasi nessuno sa chi sia in realtà. E certo nessuno sa che cosa lo abbia potuto scatenare in questo modo».

Il figlio di Natasha Non era il compagno, nessuno deve dire falsità su mia madre

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