Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Non abbiamo solo carenze, più facile perdere un figlio in un incidente che in un attentato»
BELLUNO «Nel nostro Paese è più alta la probabilità di perdere un figlio in un incidente stradale che in un attentato terroristico. E lo dico da padre». Parola del capo della polizia di Stato, Franco Gabrielli, che ieri, ultimo giorno del suo primo anno di mandato, ha visitato la 60esima questura d’Italia e sesta del Veneto, quella di Belluno. Invitato a inaugurare gli uffici della Digos nell’ex caserma Tasso, si è soffermato sull’allarme terrorismo: «La minaccia è molto presente su tutto il territorio nazionale, perchè viviamo un terrorismo molto liquido, indiscriminato e indistinto. Bisogna averne consapevolezza ma al tempo stesso dobbiamo convincere la gente a continuare a condurre la propria vita con serenità, pretendendo che gli organi di sicurezza tutelino la collettività, come hanno fatto finora. Con questo tipo di terrorismo il peggiore degli atteggiamenti è il panico: non siamo in presenza di organizzazioni strutturate che possano portare un attacco sistematico, ma di lupi solitari con un solo obiettivo: indurci ad avere paura, a cambiare le nostre abitudini, attentando ai valori della società. L’unico modo per non cadere nella loro trappola è la quotidianità. Questa non sarà una condizione permanente».
E di fronte alle carenze di spazi, mezzi e uomini, per di più con un’età media tra 46 e 52 anni, sottolineate dai sindacati, Gabrielli ha risposto con un moto d’orgoglio: «Sono stanco di sentire sempre evidenziare le negatività. Ci sono, e io le conosco meglio di tutti, ma c’è anche uno straordinario patrimonio di professionalità, abnegazione e attrezzature. Soffermarsi solo sulle criticità significa incidere sulla percezione di sicurezza. Quando vado in giro per il mondo i colleghi non mi considerano uno straccione, anzi guardano al nostro Paese con grande attenzione e rispetto». Poi la riflessione: «I problemi sono frutto di decisioni di ieri, come il blocco del turn over o l’idea che poliziotti e carabinieri fossero troppi, al punto da calcolarne gli organici su quelli del 1982: all’epoca la polizia contava 117.200 uomini, oggi 99mila. Bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscere il sottorganico ma anche di ricordare che nelle ultime tre Finanziarie c’è stata un’inversione di tendenza: governo e Parlamento per il riordino delle carriere hanno stanziato quasi un miliardo di euro. Ovviamente è facile fare guasti, un po’ più complicato riparare. Ma — ha chiuso il prefetto — non credo nemmeno che tutti i guai attengano alla polizia e che le consorelle siano tutte perfette. Noi siamo il Paese che ha fermato il terrorista più pericoloso, Anis Amri, l’attentatore di Berlino. Passato per Germania, Olanda, Belgio e Francia, in cinque ore, alle 3 di notte, è stato neutralizzato da una volante. E noi saremmo la polizia più scalcagnata d’Europa?».