Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Intascava i bolli e non registrava i nati «Comune nel caos, genitori furibondi»
SPRESIANO (m.cit.) «Ho dovuto delegare un dipendente all’unica mansione di sanare le irregolarità dell’Anagrafe». A parlare ieri, in aula, è il sindaco di Spresiano Marco Dalla Pietra, chiamato come teste nel processo che vede imputata di peculato e truffa la 50enne ex impiegata dell’ufficio. La donna è accusata di essersi intascata i soldi delle marche da bollo dei certificati rilasciati dallo sportello. Tra questi, certificati di nascita, di cittadinanza e di matrimonio. In un altro processo è invece accusata di falso in atto pubblico perché avrebbe siglato documenti con firme e timbri falsi di funzionari della Prefettura e dello stesso sindaco di allora, Riccardo Missiato. Ieri, insieme a decine di cittadini che hanno dichiarato di aver consegnato a lei le marche da bollo richieste per ottenere i certificati, è stato chiamato alla sbarra, dall’avvocato della difesa Cristiano Biadene, il sindaco attuale. E Dalla Pietra, incalzato da Francesco Stilo, legale di parte civile del Comune, ha spiegato quali difficoltà sta ora affrontando: «Ricevo molte lamentele di cittadini che non possono avere l’atto di nascita dei figli. Alcuni hanno minacciato di fare causa al Comune. Stiamo sanando la situazione. Ma si tratta di un lavoro complesso per il quale ho dovuto incaricare un dipendente dell’ufficio anagrafe che praticamente fa solo quello, con evidente impiego di risorse».