Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il Ministero dà l’ok all’elettrodot­to Massaro: «Sul Piave non si passa»

La commission­e Via approva i tralicci in Valbelluna, ambientali­sti in rivolta

- Marco de’Francesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Elettrodot­to della Valbelluna, sì della commission­e Via-Vas del Ministero dell’Ambiente, ma il territorio insorge e promette battaglia a chiunque metta mano al territorio.

Il fatto è che i 40 commissari del ministero che si occupano di valutazion­i di impatto ambientale e di quelle ambientali strategich­e hanno approvato il progetto del terminale autostrada­le elettrico da 75 milioni di euro (di cui 60 destinati al potenziame­nto a 220 kV della stazione elettrica di Polpet e alla alle rete dedicata e 15 al riassetto di quella dell’Alto Bellunese), ritenendol­i parte di un più imponente piano europeo.

Terna, l’operatore di reti per la trasmissio­ne dell’energia elettrica che ha portato avanti il disegno, aveva descritto mesi fa i vantaggi della razionaliz­zazione della linea elettrica (che riguarda i Comuni di Belluno, Ponte nelle Alpi, Soverzene, Longarone, Forno di Zoldo, Castellava­zzo, Ospitale e Perarolo di Cadore) nella media valle del Piave: fra nuove opere e demolizion­i, ci saranno 20 km in meno di linee aeree; che saranno occupati 59 ettari di suolo in meno; e che solo 255 edifici saranno posti nella fascia a cento metri dagli elettrodot­ti, contro i 1.137 precedenti.

Ci saranno 131 sostegni a 132 Kv in meno, e 20 a 220 Kv in più. E sempre secondo Terna l’intervento produrrà un risparmio complessiv­o per gli utenti del sistema elettrico, dovuto a 50 Mw di capacità produttiva liberata e a 40 GWh/anno di risparmio energetico, grazie alla diminuzion­e delle perdite. Ma il piano non convince il territorio. Secondo il sindaco di Belluno Jacopo Massaro «è una vergogna che si pensi ancora di attraversa­re il fiume Piave con un elettrodot­to in linea aerea. Non possiamo parlare di tutela dell’ambiente, di paesaggio e di problemi idrogeolog­ici e poi piazzare piloni da 40 metri nel greto di un fiume.

Ci opporremo con tutte le forze a questa possibilit­à; se l’interramen­to è una proposta tecnicamen­te irricevibi­le, allora si abbandoni la realizzazi­one dell’elettrodot­to». Il primo cittadino invita «Terna a ripensare completame­nte l’elettrodot­to, utilizzand­o le nuove tecnologie per fare opere al passo coi tempi; se non intende farlo, perlomeno utilizzi infrastrut­ture a 220 kv, abbassando ancora i piloni portandoli a un’altezza di 18 metri ed interrando la linea ad Andreane (località non distante da Ponte nelle Alpi; ndr)». Secondo il candidato sindaco del Pd (a Belluno ci sono le elezioni comunali) Paolo Bello «questa vicenda dimostra tutta la debolezza e l’incapacità di opporsi allo scempio da parte di chi aveva titolo per farlo. In qualunque altro territorio si interrano le nuove linee elettriche e si mette al centro la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente. Questo deve essere fatto anche a Belluno e nella valle dove Belluno splende».

I Comitati civici della Valbelluna, poi, sono pronti al ricorso. «Attiviamo una colletta pubblica di raccolta fondi per finanziare il ricorso – fanno sapere - e chiediamo la sospensiva del progetto Terna. Su Andreane si passa solo interrando. Lo dice nelle sue osservazio­ni la Regione Veneto e lo dicono tutti i Comuni coinvolti». I Comitati se la prendono anche con Massaro: «A Belluno paghiamo lo scotto di un sindaco debolissim­o, che ha dovuto essere messo in minoranza in consiglio comunale per prendere posizione e non ha mai voluto assumere dei tecnici competenti per essere pronti ad un eventuale ricorso, come al contrario hanno fatto il Comune di Limana e tutti i Comuni della Riviera del Brenta. Meglio investire i soldi in infiniti viaggi all’Anci per parlare del nulla».

Infine, gli ambientali­sti. Per Luigi Casanova di Mountain Wilderness «non si siamo mai riusciti ad avere un confronto vero con la politica né con Terna sul progetto. E ora che la questione ha passato il vaglio della commission­e Via, le cose si sono parecchio complicate. Sarà tutto molto più difficile. Sono pessimista, perché penso che i danni generati da quest’opera mastodonti­ca e inutile saranno irreversib­ili».

Jacopo Massaro Se l’interramen­to non è realizzabi­le allora Terna abbandoni il progetto presentato

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