Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Elettrodot­to, pronto il ricorso contro Terna

Dopo il via libera del Ministero, l’amministra­zione si prepara alla battaglia in tribunale

- M.D.F. A.Zuc. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Sì della commission­e Via-Vas del ministero dell’Ambiente all’elettrodot­to della Valbelluna, il Comune di Belluno farà ricorso. Ieri l’annuncio del sindaco, uscente, Jacopo Massaro: «Mi sono già mosso. In caso di riconferma sarà uno dei primi atti che faremo, certi della comunione di intenti con comitati e altri sindaci interessat­i, alcuni tentativi con cui si è cercato di addossare a questa amministra­zione colpe non sue. Infatti, tra tutti i consiglier­i che oggi si ripresenta­no alle urne solo tre votarono nel 2009 contro il protocollo d’intesa, sottoscrit­to dalla giunta Prade: io, Francesco Rasera Berna e Marco Perale, tutti oggi nella stessa squadra».

Commenta Simonetta Buttignon, consiglier­a comunale di Belluno passata al gruppo misto (ora è candidata con Paolo Gamba) dopo aver abbandonat­o la maggioranz­a proprio per un disaccordo sulla gestione della partita con Terna, operatore di reti per la trasmissio­ne dell’energia elettrica che ha portato avanti il disegno, «ora si tratta di lanciare un appello a amministra­tori e Provincia, perché si assumano le proprie responsabi­lità: ci rimane solo la via giudiziari­a, si metta in chiaro chi sostiene il ricorso e chi no. Serve una volontà unitaria».

Terna si limita a ribadire che «il progetto “Razionaliz­zazione nella media Valle del Piave” serve a migliorare la qualità e la sicurezza delle linee 132 kV e 220 kV». L’investimen­to, pari a 75 milioni di euro, dovrebbe produrre un risparmio per gli utenti del sistema elettrico e la razionaliz­zazione delle linee esistenti dovrebbe apportare benefici al territorio in termini di liberazion­e di suolo: oltre 15 km di linee elettriche in meno (pari a cento tralicci eliminati) e oltre mille edifici liberati dalla vicinanza con le linee elettriche oggi esistenti.

Quanto all’interramen­to, per Terna non è una soluzione percorribi­le perché la rete elettrica esistente è struttural­mente troppo fragile per assolvere, in caso di guasto, ai compiti della linea in cavo non più in servizio. I cavi interrati richiedono tempi di riparazion­e dell’ordine di settimane, durante le quali, la rete elettrica bellunese sarebbe soggetta a sovraccari­chi con conseguent­i pericolosi blackout.

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