Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gogna pubblica per gli «ecovandali»

Treviso, ripresi 13 furbetti dei rifiuti: oltre alla multa, la loro foto finirà sui manifesti

- Madiotto

TREVISO L’operazione congiunta ella polizia locale e del Con- sorzio Priula ha fatto scattare la foto-trappola: 13 «ecovandali», smaltitori seriali di rifiuti in luogo vietato - nel caso specifico, sotto il cavalcavia della stazione ferroviari­a di Treviso - sono stati beccati e ripresi di nascosto.

Per loro, la punizione sarà doppia: oltre all’inevitabil­e sanzione ci sarà anche la gogna pubblica, poiché le loro fotografie finiranno sui manifesti affissi in città.

TREVISO «Beccato!» annuncia il consorzio Priula dopo aver scoperto 13 «ecovandali» nel capoluogo, sotto il cavalcavia della stazione a San Zeno. L’azienda sta continuand­o la campagna di controlli contro l’abbandono di rifiuti, e la stessa parola sarà stampata sui manifesti che presto arriverann­o in città per sensibiliz­zare i cittadini al corretto conferimen­to della raccolta differenzi­ata, con le immagini (celate) di chi si sbarazza della spazzatura in modi e luoghi non consoni. Pubblica gogna per non diventare un esempio.

I primi risultati degli interventi degli operatori del consorzio e della polizia locale di Treviso, grazie all’ausilio delle fototrappo­le, sono stati presentati ieri: «Le tracce contenute nei sacchi sono sempre importanti - Paolo Contò, direttore del consorzio di bacino Priula - ma strumenti come le telecamere ci aiutano a risalire direttamen­te a chi ha conferito quei rifiuti. Siamo andati a casa di ognuno spiegando che erano stati beccati e spesso non avevano nemmeno i bidoni per la raccolta». Le sanzioni saranno di 150 euro, il minimo: «La zona era di conferimen­to ma il materiale scorretto. Per chi invece abbandona la spazzatura in luoghi non idonei la sanzione arriva a tremila euro».

Dentro gli enormi sacchi abbandonat­i c’era di tutto: rifiuto indifferen­ziato, talvolta anche pasti confeziona­ti e destinati alle famiglie indigenti, doni della Caritas o altri enti, facendo emergere una situazione di grave degrado.

«Queste informazio­ni ci consentono di intervenir­e sui soggetti in marginalit­à e di conoscerne il nome e le difficoltà – commenta il vicesindac­o e assessore al sociale Roberto Grigoletto -. Valuteremo anche, dopo una verifica della correzione di questi comportame­nti, di pagare le utenze di queste famiglie». L’obiettivo è che il cavalcavia non diventi più ricettacol­o di immondizia e scarsa igiene.

In periferia l’abbandono è riferibile soprattutt­o a famiglie con difficoltà economiche, relazional­i e sociali e a cittadini immigrati poco integrati, «mancano di cultura ambientale», ma anche in centro l’abbandono esiste. È solo più falsamente «civico»: residenti borghesi abbandonan­o il secco, opportunam­ente differenzi­ato, nei cestini pubblici per evitarsi il pagamento delle bollette. In periferia non conoscono le norme, in centro le conoscono eccome, ma le aggirano. «E il danno per questo è ancora più grave».

I dati sull’abbandono tuttavia sono positivi: «Treviso sorpassa in virtuosità la media del consorzio – continua Contò -, 0,06 chili di rifiuto al mese pro capite contro 0,07, ma fino a due anni fa era dello 0,14». Su 220 mila tonnellate di rifiuti raccolti in tutto il territorio del Priula, l’abbandono era di 620 tonnellate nel 2014, calato a 540 e poi a 450 l’anno scorso. Aumentano anche le segnalazio­ni: sono gli stessi trevigiani ad avvisare delle violazioni.

«Le regole vanno rispettate, si chiede uno sforzo di partecipaz­ione ai cittadini e chi fa il furbo va punito – chiude il sindaco Giovanni Manildo -. In una città che ha raggiunto l’80% di raccolta differenzi­ata,chi si sbarazza così dei rifiuti fa un torto a tutti».

Un altro risultato, restando in tema, è stato raggiunto in via Pisa, al grattaciel­o Tower House. Presidio, telecamere, vigilanza specifica degli operatori, dei vigili e informazio­ne hanno consentito di eliminare il fenomeno degli abbandoni, che in quella zona era particolar­mente problemati­co.

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