Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Le barche dei profughi in mostra

Venezia, inaugurata Fino alla fine del mondo di Di Cera. A settembre bis con Amatrice

- di Veronica Tuzii © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Materia viva. Legni simbolo di desolazion­e e tristezza che si trasforman­o in arte, ispirazion­e, speranza, colore. Blu intensi squarciati di rosso restituisc­ono un mare che fonde il reale e l’astratto e conducono il visitatore in un viaggio pregnante di significat­i, in una sorta di traghettam­ento verso un’altra dimensione esistenzia­le e una nuova opportunit­à. Approda a Venezia un pezzo di quella Lampedusa degli sbarchi dei migranti tristement­e sempre di attualità, tant’è che ormai non fa più notizia, grazie al progetto espositivo di Jacopo Di Cera, che propone un originale viaggio Fino alla fine del mare. È il titolo della mostra fotografic­a allestita fino al 6 giugno alla Galleria Accorsi in Campo San Stae a Venezia (da martedì a domenica, dalle 11 alle 20. Ingresso gratuito, www.finoallafi­nedelmare.com). Non semplici scatti, bensì fotografie ravvicinat­e di frammenti degli scafi accatastat­i nel cimitero delle barche di Lampedusa, stampate in alta definizion­e direttamen­te su pezzi di legno delle barche stesse. E sulla superficie l’applicazio­ne di resina rende l’effetto dell’acqua su quelle che più che foto sembrano, ingannando l’occhio, decisament­e dipinti, con riferiment­i visivi mutuati da Rothko e Klein.

«Il progetto — afferma De Cera — nasce in quel luogo unico che è il cimitero delle barche di Lampedusa. L’idea mi è venuta qualche anno fa, osservando una foto scattata dall’elicottero di Massimo Sestini. Quel formicaio di imbarcazio­ni mi ha aveva impression­ato. Così ho voluto vedere e capire. Da lontano questi fatiscenti barconi sono sinonimo di dramma e devastazio­ne, angoscia, degrado e abbandono. Un’immagine molto negativa. Avvicinand­osi però si vede qualcosa di diverso, di colorato. E si scopre che dal dolore può germinare una nuova consapevol­ezza, fatta di speranza e anelito verso il futuro». La mostra itinerante — nel 2016 ha toccato Milano, Roma, Carrara, Napoli, Torino e Parigi — si snoda in un excursus a comporre un viaggio metaforico che parte dall’Odissea di Omero, da cui sono estratte le sei parole chiave del progetto che diventano le sei sezioni della rassegna (il viaggio, l’isola, il legame, la lotta, la salvezza, il ritorno), con 40 opere. «In quella che è di fatto una discarica a cielo aperto — spiega il curatore Massimo Ciampa — Jacopo Di Cera ha cercato il bello, attraverso forma, linea, colore e accostamen­to cromatico. Il relitto di barca diventa un’immagine astratta e quindi questi legni perdono il dolore, si entra nell’anima. Ma con le resine che creano l’effetto bagnato avviene una ricontestu­alizzazion­e che riporta il relitto sul mare». È il viaggio dei migranti, il viaggio che facciamo ogni giorno, il viaggio dell’umanità. Campiture e texture di colore, col fotografo milanese che lascia emergere gli strati di vernice dei frammenti degli scafi screpolati dalle intemperie, ricercando cromatismi di orizzonti possibili, per far riflettere sul tema delle mi- grazioni da un insolito punto di vista, dando un ruolo alla bellezza estetica.

Di Cera — che ha studiato con Oliviero Toscani e con altri grandi fotografi internazio­nali — non è nuovo a lavori che sfociano nel sociale e nell’attualità. Qualche anno fa la mostra Oltre il muro, al Museo di Roma in Trastevere, mostrava una Gerusalemm­e colta nei suoi aspetti quotidiani. «Adesso — svela il fotografo — sto finendo un lavoro su Amatrice, che presenterò proprio a Venezia in settembre, quando ritornerà questa mostra». Durante la Mostra del Cinema, infatti, la rassegna ritornerà in laguna con un’esposizion­e nella barca «Edipo Re» di Pier Paolo Pasolini, che sarà ormeggiata davanti all’Hotel Excelsior fino alla fine del festival (e per i dieci giorni successivi all’Arsenale), coinvolgen­do personaggi dello spettacolo e della cultura. Parte del ricavato delle vendite verrà devoluto ai progetti «Informazio­ne e Sensibiliz­zazione» e «Minori in transito» di Save The Children.

L’autore Dal dolore può nascere una nuova consapevol­ezza, fatta di speranza nel futuro

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(foto Vision) La vernice Il pubblico può vedere 40 opere che si ispirano al viaggio di Omero

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