Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Duecentomila tra Asiago e il Grappa Folla record per i campioni del Giro
Una folla record ha scalato le cime venete del Giro A piedi, in bici o in camper per stare tra i campioni
ASIAGO Un oceano di appassionati che ha scalato le cime venete per esserci. Sull’Altopiano, sul Grappa e all’avvio sul muro di Ca’ del Poggio (in foto), c’era da rimanere senza fiato: un mare che sale ain vetta. In duecentomila al Giro del Centenario. Per correre coi campioni.
ASIAGO Si è visto in televisione, ma gli occhi leggono le tre dimensioni e sono capaci di portare tutto il racconto all’anima. Sull’Altopiano, sul Grappa e all’avvio sul muro di Ca’ del Poggio, c’era da rimanere senza fiato: un mare che sale alla montagna. Un oceano di appassionati che ha scalato le cime venete per esserci. Al Giro del Centenario. Alla tappa che doveva decidere e che forse non ha deciso ma ha lasciato dietro di sé comunque il ricordo di un grande spettacolo.
A misurarla, questa grande passione, ogni anno conta uno zero in più. Gli organizzatori hanno stimato almeno duecentomila tifosi presenti nell’ultima parte della tappa, di cui solo 120mila intorno ad Asiago.C’ era chi nell’attesa di incitare i ciclisti si preparava una bistecca alta tre dita, rigorosamente alla brace, chi pedalava le salite con il cappello da alpino, pure chi percorreva le strade a piedi pur di accaparrarsi un posto al sole. Per non dire dei tornanti dove si radunano tifosi, appassionati, famiglie. Le ultime due ascese del Giro d’Italia, la salita Monte Grappa e quella di Foza, regalano uno spaccato del Veneto del pedale. E non solo. L’arrivo è fissato nella terra delle malghe, nel comprensorio dei Sette Comuni, che si raggiunge da Valstagna, nel Bassanese. Ma già quando i corridori transitano sul Grappa va in scena lo spettacolo di pubblico e di scenario: magliette, striscioni, palloncini e bandierine rosa, oltre agli stand, ai camper e al tifo che si annida tra gli anfratti a bordo strada. Il tifo è (anche) per i beniamini locali come Enrico Battaglin, Filippo Pozzato, Davide Formolo e riecheggia anche in Val Brenta attraversando i Comuni di Bassano, Solagna, Valstagna. Qui l’atmosfera del Giro d’Italia si sente da giorni. Camper e pullman arrivano 24 ore prima della carovana, le tende sono pronte e ospitano tifosi e semplici curiosi, c’e persino chi si porta barbecue e tutto il necessario per banchettare. Alle 10 del mattino i ciclisti - e non solo loro - vanno all’assalto: arrivano da ogni dove, dall’Umbria e dalla Liguria, persino da Lipsia («Sono venuto qui in ferie proprio in occasione del Giro» dice Thomas), ma a farla da padrone è naturalmente l’accento veneto.
Salendo con loro l’atmosfera è quella di un picnic lungo 15 chilometri. Il cibo è condito dalla fatica. Un gruppo di appassionati, per aumentare la difficoltà, s’inerpica sui tornanti verso Foza a bordo di biciclette d’epoca, quelle che per cambiar rapporto occorre girare la ruota posteriore. Lungo l’ascesa si vedono sventolare bandiere belghe, colombiane, pure stendardi della Serenissima. Un tripudio di penne nere veste gli appassionati e al gran premio della montagna si ha la sensazione che la città si sia trasferita qui. Ma non ci sono solo ciclisti: lungo l’ascesa non si contano nemmeno i pedoni, appassionati e famiglie che affiancano la scampagnata del sabato allo spettacolo del Giro.
Giunti ad Asiago, poi, il pubblico si moltiplica e il tifo cresce. Alberghi esauriti, chioschi e bar presi d’assalto, il centro è tutto vestito di rosa e ad attraversarlo si respira ciclismo. Ma pure storia: la corsa rosa che compie cent’anni approda nelle zone dove cent’anni fa si combatteva al fronte della prima guerra mondiale. E non è una coincidenza ma un tributo che il Giro compie passando, a mille metri dal traguardo, proprio davanti al Sacrario di Asiago. «Il passaggio del Giro nel centenario dalla guerra mondiale - dichiara il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern - è un messaggio di pace. La tappa è stata un successo straordinario, grazie anche al moltissimo pubblico sulle strade, ma con questi eventi dimostriamo che Asiago è una grande città». La tappa finisce con un continuo alternarsi di emozioni, che richiamano ogni volta un boato del pubblico. Alla fine a transitare per primo sul traguardo è il francese Pinot, con l’italiano Nibali poco distante e ancor in corsa per la maglia rosa, ma la festa per il Veneto del pedale, non cambia di una virgola.
Rigoni Stern La tappa è stata un successo straordinario, mai vista tanta gente sulle strade