Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cari bellunesi, se volete il referendum montano dovete fare presto

- di Luca Zaia*

Prendo carta e penna per evitare che ci siano interpreta­zioni maliziose alle mie parole sulla questione dell’autonomia di Belluno. Come diceva il Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza»: ma se il referendum di Belluno si fa è perché gli atti necessari sono stati fatti. Se non si fa, di certo non è colpa della Regione. Ho appreso dai media che pare che la Provincia di Belluno stia approntand­o un quesito referendar­io da abbinare in un election day a quello che si terrà il 22 ottobre per l’autonomia di tutto il Veneto. Per quanto mi riguarda, la casa dell’autonomia è sempre aperta e qualsiasi azione che vada in quella direzione va accolta, purché non sia strumental­e. Porte aperte, quindi, ma deve essere chiaro che è Belluno che deve rispettare il suo Statuto rispetto alla formulazio­ne del quesito, altrimenti le parole non si tradurrann­o mai in azione concreta. Occorre infatti che il referendum riguardi, dice lo Statuto della stessa Provincia, esclusivam­ente argomenti locali di competenza dell’Amministra­zione; che si attivi una commission­e per il giudizio di ammissibil­ità della proposta; che la comunicazi­one di ammissibil­ità venga notificata al Presidente della Provincia, il quale dovrà poi porre all’Ordine del Giorno una delibera di presa d’atto. A questo punto devono essere fissate le modalità di svolgiment­o del voto. Tutto questo non c’è ancora. Se qualcuno vuole approfitta­re del referendum per cercare la rissa si sbaglia perché da noi, se le cose vengono fatte bene, trova sempre porte aperte.

Di più dico ai bellunesi che il nemico è Roma, non Venezia, e per capirlo basta guardare i conti: da quando sono stato eletto Presidente, dal 2010, i trasferime­nti della Regione a Belluno sono passati da 17,7 milioni di allora a 38,8 milioni di oggi, mentre Roma è passata da 28 milioni a 62 mila euro. Roma, in una parola, è sparita. Se posso permetterm­i di dare un consiglio ai bellunesi dico di andare veloci, di costituire subito la commission­e di saggi e, magari, di avvalersi dei due valenti costituzio­nalisti che hanno brillantem­ente affiancato la Regione: i professori Antonini e Bertolissi.

Vorrei peraltro ricordare che un vero referendum dovrebbe puntare in alto è cioè che Belluno possa essere a tutti gli effetti Provincia Autonoma, attraverso una vera e propria modifica della Costituzio­ne. Il tutto, fermo restando che il referendum regionale del 22 ottobre porterebbe benefici a tutto il Veneto. Se anche solo venissero applicati l’articolo 116 della Costituzio­ne e seguenti, con l’applicazio­ne del federalism­o fiscale, il Veneto intero arriverebb­e alla pari di Trento e Bolzano, e a quel punto il giovamento sarà enorme e soprattutt­o per tutti i veneti.

Per non dare alibi a nessuno, e perché l’autonomia sia una cosa pulita e seria, e non terreno per fare polemica e dar fiato a qualche disperato dell’ultima ora dico ai bellunesi: da noi porte aperte e avanti tutta, ma fate veloci.

(*Presidente della Regione Veneto)

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