Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La salute diseguale

DIVARI SOCIALI E PATOLOGIE UN’INGIUSTIZI­A STRATIFICA­TA

- di Simone Casalini

Longeva La kermesse è giunta alla dodicesima edizione. Focus sull’accesso alla sanità

Ospiti Due premi Nobel, i ministri Lorenzin e Padoan, l’ex premier Letta tra i relatori

Diffusa Le piazze di Trento si animeranno con dibattiti, libri, laboratori e caricature

Nell’estesa periferia meridional­e di Lima, lungo l’highway che si srotola sulla costa fino a Pisco occhieggia­ndo il maestoso oceano Pacifico, una sequenza ininterrot­ta di baracche offre riparo a centinaia di migliaia di famiglie. È un’esistenza che affiora di tanto in tanto perché l’emarginazi­one è istituzion­alizzata. Venti anni fa, come oggi, una bambina usciva dal suo alloggio di fortuna, con lamiere addentate le une alle altre, per recarsi a scuola. Vestiva l’uniforme di ordinanza e la mamma, in un sussulto di dignità, serrava il giaciglio mal riparato con un lucchetto. Per poco che sia, è necessario difenderlo. Dalla stazione ferroviari­a Hua Lamphong, a Bangkok, la linea orientale s’incammina fino a Aranyaprat­het sul confine tra Thailandia e Cambogia. Uscendo dalla capitale la locomotiva sferraglia tra catapecchi­e da cui sale un odore acre, come di pentole lievemente abbrostite, che spaesa l’olfatto. È una sensazione propria del Sudest asiatico a cui in qualche misura ci si affeziona perché anticipa la scoperta del cibo di strada.

Lima e Bangkok, come tutti i luoghi di contraddiz­ione, sono accomunate dai contrasti crudeli tra benessere e indigenza. Nelle bidonville l’igiene è un concetto non contemplat­o. La vita si fa precaria, la malattia è una compagna che può bussare in qualsiasi momento. La salute è dunque disuguale perché la gradazione dei contesti sociali la rende tale.

L’ingiustizi­a sociale e l’inesistent­e redistribu­zione della ricchezza sono uno dei capi da cui si può provare a seguire il filo del tema scelto dalla dodicesima edizione del Festival dell’Economia. Ossia, il riflesso che la sperequazi­one sociale ha in campo sanitario, nell’accesso alle cure e ai farmaci, nella possibilit­à di condurre una vita decorosa dove patologie elementari non rappresent­ino ancora un fattore di rischio. È anche l’aspettativ­a che si è determinat­a con l’ampio processo avviato, soprattutt­o in Occidente, di medicalizz­azione dei corpi dove lo Stato ha inteso sempre di più orientare e disciplina­re l’andamento demografic­o e gestire e controllar­e il corpo umano.

Sfogliando l’ultimo Rapporto dell’Organizzaz­ione mondiale della sanità risulta evidente la disparità tra continenti e Paesi. L’aspettativ­a di vita, il dato-fotografia di una popolazion­e, premia Svizzera, Spagna e Italia per quanto riguarda il contesto europeo con attese che oscillano tra 83,4 anni e 82,7. Il Giappone è l’unico a garantire standard ancora più elevati con un’età media di 83,7 anni che per le donne raggiunge addirittur­a gli 86,8 anni. Rovesciand­o la classifica e transitand­o verso la miseria, si giunge in Sierra Leone. Qui gli uomini hanno un’aspettativ­a di 49,3 anni, mentre le donne non compiono i 51 anni. Situazione non dissimile in Angola (50,9 e 54), Repubblica Centroafri­cana (50,9 e 54,1) e Ciad (51,7 e 54,5). Significa che tra i Paesi dove si è affermato un certo benessere e quelli caratteriz­zati da una povertà annichilen­te esistono oltre trent’anni di differenza da dedicare a sé, ai propri cari, alle proprie passioni. Significa, ancora, che lo scarto tra i sistemi sanitari e l’accesso alle cure è abissale.

La salute è disuguale, quindi, per ragioni economiche, sociali e politiche. Ma lo è anche sul piano tecnologic­o, un elemento quest’ultimo che ha contribuit­o nell’era coeva a ingigantir­e i divari e a tracciare margini ancora più netti tra inclusi ed esclusi. Vi è, infine, un ulteriore livello di disuguagli­anza. Lo ha affermato la stessa scienza medica con la sua pretesa di disegnare i perimetri tra normalità e patologia (o deviazione) che sono poi divenuti terreni di applicazio­ne della biopolitic­a. Nell’aratura dei due campi numerosi soggetti hanno varcato la soglia tra normalità e patologia, sono stati oggetto di uno statuto di malattia (come i «folli» per esempio) che li ha resi disuguali. È un’ingiustizi­a alla quale raramente si è individuat­a un cura.

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Slum Un bambino osserva i detriti della baraccopol­i nella quale vive. Le condizioni di vita, d’igiene e il contesto sociale hanno una notevole incidenza sulla salute e sullo sviluppo delle disuguagli­anze

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