Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«L’equità dell’accesso è un imperativo etico»

Il governator­e e la sfida della montagna «Abbinare qualità e capillarit­à del servizio Punti nascita? Meno parti ma sicurezza»

- Silvia Pagliuca © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

equità nell’accesso alla salute è un imperativo etico». Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, spiega così la decisione di dedicare la 12esima edizione del Festival dell’Economia alla salute diseguale. Un tema tanto attuale quanto complesso, specie per un territorio di montagna come il Trentino in cui la grande sfida è mantenere in equilibrio «qualità e capillarit­à», puntando su innovazion­e, sostenibil­ità e sicurezza.

Presidente, come si concilia la diseguale con i temi economici? salute

«Quando parliamo di economia non abbiamo a che fare solamente con i numeri o con i mercati finanziari, ma con qualcosa che riguarda la vita di ciascuno di noi. Un concetto che nell’edizione di quest’anno ci appare ancora più evidente. Del resto, uno dei grandi meriti del Festival dell’Economia di Trento è mettere in luce le problemati­che sociali ed economiche che influiscon­o sulla vita dei cittadini, cercando di individuar­e le possibili soluzioni. Credo, infatti, che la questione dell’equità nell’accesso alla salute rappresent­i un imperativo etico per la società nel suo insieme e che debba essere un obiettivo di tutte le politiche, non solo di quelle socio sanitarie».

In Italia la disparità nelle aspettativ­e di vita tra nord e sud sono alte. Che ruolo giocano le autonomie speciali?

«In Trentino investiamo un terzo del bilancio per la salute dei cittadini. Lo facciamo con convinzion­e, perché pensiamo sia fondamenta­le migliorare il benessere della popolazion­e, ponendo la persona al centro di un sistema sociosanit­ario equo, efficace, sicuro e sostenibil­e. La sfida è riuscire, in un territorio di montagna, a conciliare la qualità del servizio, che è data anche dal numero di interventi effettuati, con la sua capillarit­à. Spesso l’eccessiva parcellizz­azione delle prestazion­i non riesce a garantire la qualità medica a cui tutti noi siamo abituati».

Sono in corso grandi cambiament­i per la sanità trentina, pensiamo ai punti nascita e alla riorganizz­azione dell’Azienda sanitaria, entrambi molto dibattuti: in quale direzione stiamo andando?

«Stiamo procedendo con la riorganizz­azione del nostro servizio sanitario puntando, attraverso un modello organizzat­ivo più snello, a garantire la centralità del paziente nel processo di cura e di assistenza, favorendo una presa in carico della persona nella sua interezza, rafforzand­o i rapporti fra la rete ospedalier­a e il territorio. Per essere pronti ad affrontare l’incremento delle necessità assistenzi­ali delle persone anziane, in particolar­e, dobbiamo orientare il sistema sanitario verso le cure primarie e intermedie, per gestire al meglio le patologie croniche. Sui punti nascita, invece, assieme alle altre regioni stiamo lavorando per ottenere standard diversi, senza rinunciare alla sicurezza di partorient­i e di nascituri. Siamo convinti, e la nostra esperienza lo dimostra, che con un’organizzaz­ione diversa si possa garantire la massima sicurezza anche con un numero di parti inferiore agli standard attuali».

C’è poi il centro di protontera­pia rispetto al quale manca ancora il decreto con le tariffe ministeria­li che consentire­bbero ai pazienti provenient­i da altre regioni di ottenere rimborsi. Quando il centro potrà davvero decollare?

«Il decreto sulle tariffe ministeria­li arriverà tra qualche settimana. Ma il centro è già pienamente operativo con tutti e due i gantry, ovvero le camere di trattament­o rotanti con fascio orientabil­e, attive. Lo scorso anno, dopo un importante lavoro di confronto con il Ministero e con le altre regioni, abbiamo ottenuto l’inseriment­o delle prestazion­i di protontera­pia nei Livelli essenziali di assistenza, cosa che ci consente di semplifica­re sensibilme­nte le procedure d’accesso alle cure con i protoni».

In passato il Festival ha portato alla creazione di nuovi strumenti, come accaduto con il reddito di garanzia o il reddito di cittadinan­za. Quali le sue aspettativ­e per questa edizione?

«Il Festival 2017 sarà un’occasione straordina­ria di riflession­e. Un tema su cui mi aspetto qualche spunto interessan­te è quello dei ticket, ovvero del rapporto che ci deve essere fra reddito e pagamento delle spese sanitarie. Se ne parla da tanti anni, chissà che dal Festival non emerga qualche soluzione innovativa».

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