Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Il profilo

- Marika Damaggio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Alvin Eliot Roth è un economista statuniten­se. È nato a New York nel 1951. Insegna all’Harvard Business School. Nel 2012 è stato insignito, insieme a Lloyd Stowell Shapley, del Premio Nobel per l’economia. tto aprile 2008. La data è rimasta impressa nella memoria dei chirurghi del «Johns Hopkins» Hospital di Baltimora. Quel giorno furono effettuate dodici operazioni sincronizz­ate, ossia sei delicati trapianti. Sei persone avevano bisogno di un nuovo rene; tutte avevano trovato un donatore, tuttavia era incompatib­ile. Ma c’è chi ha trovato una soluzione seguendo una sorta di motto: a ciascuno il suo. Ci ha pensato un economista, Alvin Roth, che ha istituito con i colleghi Tayfun Sönmez e M. Utku Ünver il New England Program for Kidney Exchange, un sistema per scambiare i reni, in genere tra due, spesso tre coppie. Il funzioname­nto è semplice quanto efficace: intrecciar­e domanda e offerta affinché ciascuno abbia ciò che cerca (o di cui ha bisogno). Un meccanismo d’incontro, scambio alla pari, di reciprocit­à. Un sistema, ancora, necessario nei mercati che Roth definisce «non monetari», ossia tarati su altri presuppost­i («Pagare un organo oltre che illegale è considerat­o ripugnante»). Per questa intuizione Roth, nel 2012, ha ricevuto il premio Nobel per l’Economia e il primo giugno sarà ospite a Trento per discutere proprio della sua teoria sullo scambio di reni. Il giorno successivo presenterà il suo ultimo libro: «Matchmakin­g. La scienza economica del dare a ciascuno il suo». Sullo sfondo c’è una convinzion­e: Alvin Eliot Roth, 65 anni, è un economista originario di New York. È noto per i suoi contributi nell’ambito della teoria dei giochi e dell’economia sperimenta­le «L’economia può migliorare il welfare», ripete Roth con gli occhi che sorridono.

Professore, l’economia è spesso astratta e lontana dal pragmatism­o della quotidiani­tà, ma la sua carriera smentisce tale preconcett­o. Salute ed economia, per esempio, si rivelano interconne­sse. La teoria dei giochi, l’approccio sperimenta­le e la progettazi­one dei mercati (il market design) possono migliorare il nostro sistema sociale?

«I mercati sono strumenti che gli esseri umani hanno utilizzato fin dal principio della nostra storia, al fine di cooperare e coordinars­i reciprocam­ente. Così come altri strumenti, ci aiutano a produrre gran parte dell’abbondanza materiale che, a sua volta, consente a molte persone, oggi, di vivere molto più a lungo e molto più in salute rispetto ai nostri antenati. Così come i progressi tecnologic­i ci hanno permesso di migliorare le nostre esistenze, allo stesso modo i progressi economici ci consentono di sviluppare l’efficacia e promuovere al tempo stesso welfare e benessere».

Lei ha trovato un sistema per rispondere alla carenza di organi. Com’è possibile organizzar­e in modo efficiente lo scambio di reni, tenendo conto di vincoli etici e normativi?

«Per risolvere facilmente la carenza di reni, io e i miei colleghi economisti abbiamo aiutato i chirurghi, organizzan­do un vero e proprio scambio di reni, un sistema che consente di aiutare un congiunto ad avere un organo, qualora non sia possibile donare un rene direttamen­te al proprio caro. Le coppie di pazienti-donatori incompatib­ili possono donare il rene a un’altra coppia, affinché ogni paziente abbia un organo compatibil­e da un altro donatore. Mentre i grandi centri per trapianti possono (e a volte ci riescono) organizzar­e scambi di reni tra le loro coppie di pazienti-donatori, un sistema centralizz­ato rende possibile la pianificaz­ione di uno scambio efficiente tra piccoli centri e tra centri che hanno difficoltà a far incontrare domanda e offerta tra coppie di pazienti-donatori».

In che misura questo scambio è gestibile su scala globale, tra Paesi ricchi e Paesi poveri?

«Cercheremo di valutarlo, per ora abbiamo messo a punto un sistema tarato su una piccola scala».

Cosa intendiamo diseguale? con salute

«Quando parliamo di disuguagli­anze di reddito argomentia­mo la criticità di tale condizione che si rivela un problema aggiuntivo se abbiamo a che fare con segmenti di popolazion­e che prevedibil­mente sono poveri, indigenti. Allo stesso modo, lo sappiamo, non è piacevole essere ammalati ed è un problema aggiuntivo se interi segmenti di popolazion­e sono sistematic­amente in cattiva salute. Se analizziam­o l’aspettativ­a di vita, vediamo che le persone meno abbienti hanno spesso una vita più breve, maggiori disabilità e una salute incerta».

Nel suo libro «Matchmakin­g. La scienza economica del dare a ciascuno il suo» (Einaudi, 2017) ci racconta di quei mercati in cui il denaro non è l’unico fattore a determinar­e che cosa spetta a ciascuno. Per mostrarci quanto siano diffusi, ci porta in una tribù aborigena che combina i matrimoni per nipotini non ancora nati. Poi ci fa conoscere il meccanismo su cui si basano nuove imprese come Airbnb e Uber. Ci spiega di cosa si tratta?

«I cosiddetti matching markets sono mercati nei quali non possiamo sempliceme­nte scegliere ciò che vogliamo (anche se ce lo possiamo permettere), dobbiamo essere scelti al tempo stesso. E gran parte dei mercati verso i quali ci interfacci­amo quotidiana­mente sono proprio così. Ecco qualche esempio: non scegliamo sempliceme­nte il lavoro che desideriam­o fare, dobbiamo essere reclutati al tempo stesso. Ancora: non possiamo sempliceme­nte selezionar­e l’università che intendiamo fare, dobbiamo essere ammessi. E il marito o la moglie? Stessa cosa».

 ??  ??
 ??  ?? Newyorches­e
Newyorches­e

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy