Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I bambini schiamazzano in cortile s’infuria e tenta di uccidere il vicino
Padova, lite condominiale finisce nel sangue. L’arrestato: «Vado in galera a testa alta»
PADOVA Nel cortile di quelle case Ater doveva regnare il silenzio, o così almeno la pensava uno dei condomini. Che ha perso le staffe a causa degli schiamazzi dei bambini. E dalla lite al duello rusticano col dirimpettaio il passo è stato breve. Si chiama Silvano Paganini, ha 56 anni e un carattere irascibile l’uomo che venerdì pomeriggio ha accoltellato il papà di un ragazzino davanti agli sguardi attoniti di tutto il vicinato: Giuseppe Manganotti, 71 anni, colpito con un fendente all’addome, è arrivato al pronto soccorso in prognosi riservata ed è stato giudicato fuori pericolo solo dopo qualche ora.
Tutto inizia attorno alle 19 in via Newton, case popolari alla periferia sudovest di Padova, non hanno altri posti dove andare». Paganini non vuole sentir ragioni e il diverbio tra le due finestre degenera tra urla. «Scendi se sei un uomo» e «Risolviamo la cosa da uomini». Manganotti, nativo di Verona con un passato turbolento come Paganini, non si fa pregare e si presenta in cortile con un bastone. Il primo a colpire però è Paganini, che sfila un coltello dalla cintola dei pantaloni e lo conficca nell’addome del rivale; Manganotti, tramortito e sanguinante, riesce comunque a colpire l’aggressore col bastone, procurandogli due ferite al fianco sinistro e al sopracciglio. Il tutto davanti ad una folla di bambini, mamme e anziani con la bocca spalancata.
È proprio uno dei condomini che ha assistito alla scena a chiamare il 113: quando arrivano sul posto, gli agenti delle Volanti e i sanitari del Suem trovano i due contendenti ancora a torso nudo, intenti a medicarsi le ferite. Manganotti viene trasportato in ospedale d’urgenza, ma viene anche denunciato per il porto dell’arma; Paganini invece viene arrestato con l’accusa di tentato omicidio. «Vado in galera a testa alta», ha detto l’uomo mentre i poliziotti gli infilavano le manette ai polsi. Ieri pomeriggio, ovviamente, in via Newton non si parlava d’altro. «Il papà che è finito all’ospedale era sceso solo per difendere suo figlio, quello che è successo è una vergogna – dicono i vicini di casa -. Quel signore non vuole che i bambini giochino davanti a casa sua ma deve mettersi in testa che il nostro cortile non è la sua proprietà privata».