Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Traumi gravi, apre il centro regionale delle eccellenze
Inaugurato a Camposampiero il primo Centro traumatologico ortopedico. Zaia: «Servirà 2,5 milioni di utenti, mezzo Veneto. Investiti 9 milioni»
CAMPOSAMPIERO (PADOVA). È stato inaugurato ieri il Centro traumatologico ortopedico di Camposampiero. L’unico del Veneto, ricavato dalla ristrutturazione del quinto e del settimo piano dell’ospedale «Pietro Cosma», e uno dei pochi d’Italia. Zaia: «Investiti 9 milioni di euro».
CAMPOSAMPIERO (PADOVA) Meno sovrastrutture, più soldi per l’assistenza ai malati. E’ l’assioma alla base del Piano sociosanitario regionale, traslato dalla carta al letto del paziente prima con la riduzione delle Usl da 21 a 9 (ottobre 2016) e poi (ieri) con l’inaugurazione del Centro traumatologico ortopedico di Camposampiero. L’unico del Veneto, ricavato dalla ristrutturazione del quinto e del settimo piano dell’ospedale «Pietro Cosma», e uno dei pochi d’Italia, insieme ai poli di Torino, Firenze, Roma, Milano e Bari. Nulla a che vedere con i vecchi Cto di vent’anni fa, intasati da ogni genere di problematiche: dalla frattura dell’anziano alla lussazione dello sportivo fino al politrauma delle vittime di incidenti, per esempio. «Questo è modello di Cto altamente specializzato nella gestione dei traumi complessi — spiega Domenico Scibetta, direttore generale dell’Usl 6 Euganea —. Nasce con l’obiettivo di riorganizzare la Rete veneta del Trauma, in modo da renderla più efficiente, e appunto con la funzione di centralizzare i casi più gravi, grazie alla revisione dei protocolli operativi in collaborazione con il Coordinamento regionale Emergenza Urgenza. Si tratta di uno dei progetti più importanti del mio mandato ed è il frutto di un grande lavoro di squadra coordinato dalla Regione».
La giunta Zaia ha stanziato una prima tranche di 9 milioni di euro per il restauro dei due piani, l’acquisto delle strumentazioni più sofisticate (come l’angiografo di ultima generazione installato in Radiologia interventistica, utile alla diagnostica e all’intervento immediato in caso di lesioni vascolari o di emorragie in atto), gli stipendi dei sanitari aggiunti alla dotazione ordinaria e l’attivazione di una elipiazzola (i lavori partiranno nel 2018, per concludersi nel 2019). «Ma non è finita qui, abbiamo solo iniziato a investire — annuncia il governatore Luca Zaia —. Alla fine dei primi sei mesi di sperimentazione, rivolti a un milione di utenti, si arriverà a coprire un bacino di 2,5 milioni di pazienti, mezzo Veneto. Eppure l’ospedale di Camposampiero è uno dei piccoli che fino a poco tempo fa i catastrofisti davano per morto, tagliato, ridimensionato. E invece il Pietro Cosma è cresciuto ed è stato qualificato con la iperspecializzazione del CTO: un modello che esporteremo in tutto il Veneto. I piccoli ospedali rinasceranno a nuova vita con l’alta specializzazione, a testimonianza che qui ci si può curare bene non solo nei capoluoghi».
In questi primi sei mesi il nuovo reparto tratterà pazienti propri (bacino di 390mila utenti) e malati inviati, dopo averli stabilizzati, dai Pronto soccorso e dalle Terapie intensive di dieci ospedali delle province di Padova, Vicenza, Treviso e Venezia (1 milione di abitanti). Sono a disposizione 50 posti letto più altri 20 di Chirurgia maxillo-facciale, Chirurgia vascolare e Neurochirurgia, secondo gli accordi stretti con l’Azienda ospedaliera di Padova. «L’intuizione geniale della
La vernice
L’angiografo di ultima generazione e, da sinistra, Luca Zaia, Domenico Scibetta e il dottor Guido Rocca Regione è stata di affiancare il Cto ai Trauma Center di secondo livello di Padova e Verona e a quelli di primo livello di Vicenza a Treviso, che così possono dedicarsi a molteplici casi, lasciando a noi i più complicati — spiega il dottor Guido Rocca, direttore dell’Ortopedia del «Pietro Cosma» e coordinatore del Cto, forte di un’équipe di 14 operatori —. Per esempio siamo specializzati nella gestione dei traumi del bacino, ne abbiamo seguiti 60 in un anno, nella chirurgia della mano, con 1350 operazioni solo nel 2016, e nelle problematiche alla colonna vertebrale, che rientrano negli altri 1500 interventi ortopedici effettuati». Rocca, chirurgo specializzato nei traumi del bacino a New Orleans e a Houston e allievo del luminare Kyle Dickson, è l’unico medico italiano che insegna al corso per specialisti più importante al mondo, organizzato ad Amburgo. «Mi hanno chiesto di esporre il modello italiano — racconta — io ho portato quello veneto».
«Chicca» del Cto l’ambulanza acquistata con 150mila euro donati dalla Fondazione Cariparo e dotata della tecnologia necessaria al trasporto del paziente traumatizzato. A bordo, oltre alle normali attrezzature, ci sono un ecotomografo (valuta la condizione degli organi interni), un ecografo portatile e la strumentazione utile a trasmettere l’elettrocardiogramma con il sistema wireless.
Scibetta Seguirà i casi più complessi, nei primi sei mesi gestiti da noi o inviati da 10 ospedali di Padova, Vicenza, Venezia e Treviso