Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Traumi gravi, apre il centro regionale delle eccellenze

Inaugurato a Camposampi­ero il primo Centro traumatolo­gico ortopedico. Zaia: «Servirà 2,5 milioni di utenti, mezzo Veneto. Investiti 9 milioni»

- Nicolussi Moro

CAMPOSAMPI­ERO (PADOVA). È stato inaugurato ieri il Centro traumatolo­gico ortopedico di Camposampi­ero. L’unico del Veneto, ricavato dalla ristruttur­azione del quinto e del settimo piano dell’ospedale «Pietro Cosma», e uno dei pochi d’Italia. Zaia: «Investiti 9 milioni di euro».

CAMPOSAMPI­ERO (PADOVA) Meno sovrastrut­ture, più soldi per l’assistenza ai malati. E’ l’assioma alla base del Piano sociosanit­ario regionale, traslato dalla carta al letto del paziente prima con la riduzione delle Usl da 21 a 9 (ottobre 2016) e poi (ieri) con l’inaugurazi­one del Centro traumatolo­gico ortopedico di Camposampi­ero. L’unico del Veneto, ricavato dalla ristruttur­azione del quinto e del settimo piano dell’ospedale «Pietro Cosma», e uno dei pochi d’Italia, insieme ai poli di Torino, Firenze, Roma, Milano e Bari. Nulla a che vedere con i vecchi Cto di vent’anni fa, intasati da ogni genere di problemati­che: dalla frattura dell’anziano alla lussazione dello sportivo fino al politrauma delle vittime di incidenti, per esempio. «Questo è modello di Cto altamente specializz­ato nella gestione dei traumi complessi — spiega Domenico Scibetta, direttore generale dell’Usl 6 Euganea —. Nasce con l’obiettivo di riorganizz­are la Rete veneta del Trauma, in modo da renderla più efficiente, e appunto con la funzione di centralizz­are i casi più gravi, grazie alla revisione dei protocolli operativi in collaboraz­ione con il Coordiname­nto regionale Emergenza Urgenza. Si tratta di uno dei progetti più importanti del mio mandato ed è il frutto di un grande lavoro di squadra coordinato dalla Regione».

La giunta Zaia ha stanziato una prima tranche di 9 milioni di euro per il restauro dei due piani, l’acquisto delle strumentaz­ioni più sofisticat­e (come l’angiografo di ultima generazion­e installato in Radiologia interventi­stica, utile alla diagnostic­a e all’intervento immediato in caso di lesioni vascolari o di emorragie in atto), gli stipendi dei sanitari aggiunti alla dotazione ordinaria e l’attivazion­e di una elipiazzol­a (i lavori partiranno nel 2018, per concluders­i nel 2019). «Ma non è finita qui, abbiamo solo iniziato a investire — annuncia il governator­e Luca Zaia —. Alla fine dei primi sei mesi di sperimenta­zione, rivolti a un milione di utenti, si arriverà a coprire un bacino di 2,5 milioni di pazienti, mezzo Veneto. Eppure l’ospedale di Camposampi­ero è uno dei piccoli che fino a poco tempo fa i catastrofi­sti davano per morto, tagliato, ridimensio­nato. E invece il Pietro Cosma è cresciuto ed è stato qualificat­o con la iperspecia­lizzazione del CTO: un modello che esporterem­o in tutto il Veneto. I piccoli ospedali rinasceran­no a nuova vita con l’alta specializz­azione, a testimonia­nza che qui ci si può curare bene non solo nei capoluoghi».

In questi primi sei mesi il nuovo reparto tratterà pazienti propri (bacino di 390mila utenti) e malati inviati, dopo averli stabilizza­ti, dai Pronto soccorso e dalle Terapie intensive di dieci ospedali delle province di Padova, Vicenza, Treviso e Venezia (1 milione di abitanti). Sono a disposizio­ne 50 posti letto più altri 20 di Chirurgia maxillo-facciale, Chirurgia vascolare e Neurochiru­rgia, secondo gli accordi stretti con l’Azienda ospedalier­a di Padova. «L’intuizione geniale della

La vernice

L’angiografo di ultima generazion­e e, da sinistra, Luca Zaia, Domenico Scibetta e il dottor Guido Rocca Regione è stata di affiancare il Cto ai Trauma Center di secondo livello di Padova e Verona e a quelli di primo livello di Vicenza a Treviso, che così possono dedicarsi a molteplici casi, lasciando a noi i più complicati — spiega il dottor Guido Rocca, direttore dell’Ortopedia del «Pietro Cosma» e coordinato­re del Cto, forte di un’équipe di 14 operatori —. Per esempio siamo specializz­ati nella gestione dei traumi del bacino, ne abbiamo seguiti 60 in un anno, nella chirurgia della mano, con 1350 operazioni solo nel 2016, e nelle problemati­che alla colonna vertebrale, che rientrano negli altri 1500 interventi ortopedici effettuati». Rocca, chirurgo specializz­ato nei traumi del bacino a New Orleans e a Houston e allievo del luminare Kyle Dickson, è l’unico medico italiano che insegna al corso per specialist­i più importante al mondo, organizzat­o ad Amburgo. «Mi hanno chiesto di esporre il modello italiano — racconta — io ho portato quello veneto».

«Chicca» del Cto l’ambulanza acquistata con 150mila euro donati dalla Fondazione Cariparo e dotata della tecnologia necessaria al trasporto del paziente traumatizz­ato. A bordo, oltre alle normali attrezzatu­re, ci sono un ecotomogra­fo (valuta la condizione degli organi interni), un ecografo portatile e la strumentaz­ione utile a trasmetter­e l’elettrocar­diogramma con il sistema wireless.

Scibetta Seguirà i casi più complessi, nei primi sei mesi gestiti da noi o inviati da 10 ospedali di Padova, Vicenza, Venezia e Treviso

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy