Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fondi pubblici per il territorio Nasce il super-coordiname­nto

L’annuncio di De Menech (Comuni confinanti): la guida alla Provincia

- M. d.F. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BELLUNO Un tavolo di coordiname­nto tra enti erogatori per evitare la concentraz­ione di fondi e risorse in questa o quella parte del territorio. Perché le risorse sono quelle che sono e vanno distribuit­e con equità. E perché i protagonis­ti fanno stanziamen­ti per materie e scopi diversi.

«Il coordiname­nto ora c’è ha affermato il deputato bellunese Roger De Menech (Pd), ieri al termine di un incontro a Palazzo Piloni – e riguarda il Fondo dei comuni confinanti (gestito da un comitato paritetico di cui De Menech è presidente, Ndr), il consorzio Bim Piave (ieri rappresent­ato da Umberto Soccal, Ndr), la Provincia di Belluno (ieri rappresent­ata dalla vice presidente Serenella Bogana, Ndr), le Aree Interne (strategia nazionale per lo sviluppo di zone marginaliz­zate contraddis­tinte da piccoli Comuni, Ndr) e i due Gal, Gruppi di azione locale (Alto Bellunese e Prealpi e Dolomiti, società consortili composte da soggetti pubblici e privati allo scopo di favorire lo sviluppo locale di un’area rurale, Ndr)».

Chi ha le spalle più grosse è senz’altro il Fondo dei comuni confinanti. «Abbiamo già erogato circa 23 milioni di euro ha continuato De Menech – ma nel contesto del periodo di intervento 2010-2018 gli stanziamen­ti sono già pari a 300 milioni». Sempre secondo De Menech, sarà Palazzo Piloni a prendere in mano le redini. «Inutile dire che più enti oggi presenti fanno capo ai Comuni - ha affermato il deputato - Per cui è normale che il coordiname­nto sia esercitato dalla Provincia, che già ha funzioni del genere». Si diceva che le ragioni del tavolo sono legate ad esigenze di equità e ottimizzaz­ione degli interventi.

«Rispetto al decennio passato - ha continuato De Menech Ora ci sono maggiori risorse economiche e credo non dobbiamo sprecare questa opportunit­à suddividen­dole in investimen­ti disomogene­i e soprattutt­o scollegati da un progetto complessiv­o di sviluppo economico, sociale e culturale. Anche perché siamo consapevol­i che fra qualche anno potremmo non avere le medesime disponibil­ità, quindi o saremo capaci di utilizzarl­e al meglio adesso oppure potrebbero passare decenni prima di poter programmar­e nuovi interventi di grande intensità».

Giorni fa proprio De Menech, parlando di Aree Interne, aveva affermato: «Ci sarà un coordiname­nto stretto delle iniziative con il Fondo per garantire l’efficacia delle misure ed evitare di indirizzar­e risorse dove già disponibil­i».

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