Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Mattone, lieve migliorame­nto degli investimen­ti

- Ma. Za. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Il mattone non se la passa bene. Certo, c’è quel germoglio di speranza pari allo 0,6% di aumento di investimen­ti in costruzion­i nel 2016 rispetto all’anno precedente che consente di tirare un po’ il fiato ma il quadro complessiv­o resta a tinte fosche per il Veneto. Si stima che gli investimen­ti arrivino a 12,5 miliardi. L’assemblea Ance di Venezia, ieri, è stata l’occasione per presentare i numeri del Rapporto congiuntur­ale sull’industria delle costruzion­i in Veneto. E le tabelle sono aride poco meno di quelle degli ultimi 9 anni.

Dal fatidico 2008, anno primo della «crisi», l’unico segno «più» è alla voce «manutenzio­ni straordina­rie e recupero» (+14,9%). Fra il 2007 e il 2015, tutto il resto è crollato con perdite a due cifre. Le abitazioni sono calate di oltre il 38%, di cui le nuove costruzion­i del 28,5%. Le costruzion­i non residenzia­li private toccano il meno 45% mentre quelle pubbliche hanno il record negativo di -51,9%. Un’ecatombe. Un tunnel illuminato appena da uno spiraglio di luce sul fronte dei soldi.

Se parliamo di occupazion­e, invece, si torna nel buio pesto: nel 2016 si registra un meno 10,4% di occupati nel settore che sintetizza un -6,2% di lavoratori indipenden­ti e un -13,7% di dipendenti. Già, perché un altro effetto netto della crisi è l’inversione: sempre più lavoratori «indipenden­ti» e sempre meno «dipendenti». Ci si salva un po’ con la defiscaliz­zazione di alcuni interventi di riqualific­azione delle unità abitative.

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