Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Banche, primo sì al decreto

Respinta a larga maggioranz­a la pregiudizi­ale di incostituz­ionalità sollevata dalle opposizion­i Governo pronto a mettere la fiducia. Bazoli: se non passa, gravi conseguenz­e. Padoan ottimista

- Viafora

VENEZIA Passo in avanti. Il decreto legge «salva-banche» supera il primo ostacolo: per la Camera, che ha respinto a larga maggioranz­a le pregiudizi­ali presentate dalle opposizion­i, il testo rispetta la Costituzio­ne. Bazoli: se non passa, gravi conseguenz­e. Padoan ottimista. Governo pronto a mettere la fiducia.

VENEZIA Il decreto legge con cui il governo lo scorso 25 giugno ha dato cornice normativa al salvataggi­o delle banche venete, supera il primo ostacolo: per la Camera, che ha respinto a larga maggioranz­a le pregiudizi­ali presentate dalle opposizion­i (248 contrari, 142 favorevoli), il testo rispettere­bbe la Costituzio­ne. In aula comunque è stata battaglia: «I vertici di Consob e Bankitalia dovrebbero stare in galera a vita — ha affermato nel suo intervento il grillino Carlo Sibilia —. La gente ha investito sulla base di informazio­ni su cui quelle istituzion­i avrebbero avuto il dovere di vigilare. E neanche riusciamo ad averli in audizione alla Camera». A favore della pregiudizi­ale — quindi contro il decreto — hanno votato anche Lega e Forza Italia. Astenuti, invece, i parlamenta­ri di Art 1-Mdp. È stato il veneziano Davide Zoggia, a Montecitor­io, a spiegare la posizione del gruppo: «Il perimetro normativo di questo decreto — ha affermato — è il risultato di moltissime norme derogatori­e. Perché, ci chiediamo, vogliamo umiliare i cittadini onesti che rispettano le leggi? Ci sarebbero ottime ragioni quindi per sostenere le ragioni di pregiudizi­ale; ma oggi serve ricucire un tessuto di fiducia in un territorio, come il Veneto, che è stato devastato». Ora la discussion­e torna in Commission­e Finanza, dove da oggi saranno affrontati gli emendament­i che hanno passato il vaglio di ammissibil­ità. Un numero imponente: oltre 600.

La fiducia

Proprio la mole di emendament­i, e la minaccia che questi rappresent­ano, avrebbero convinto il governo a porre sul testo che andrà in aula (il 10 luglio) la questione di fiducia. Troppi rischi. Tanto che ieri, tra i parlamenta­ri, l’evenienza veniva data quasi per scontata. «Senza una legge elettorale non è pensabile che si interrompa la legislatur­a, dunque non faremo mancare la fiducia», si è precipitat­o a far sapere Pierluigi Bersani (Mpd). Sebbene «nel merito ci riserviamo di tenere le nostre posizioni». Per il sì anche Enrico Zanetti, ex sottosegre­tario all’Economia di Scelta Civica, che tuttavia pone una condizione: «Siamo disponibil­i a valutare di assumerci la grave responsabi­lità che accompagna questo decreto — ha detto — a condizione che quando si andrà a votare in Aula la sua conversion­e ci sia in Gazzetta ufficiale la legge costitutiv­a della Commission­e d’inchiesta». Con la fiducia, è chiaro che la partita diventereb­be tutta politica, ma stando ai numeri il governo non dovrebbe rischiare. Fiducioso si è detto ieri anche il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan: «Ho massima fiducia che il Parlamento si renda conto dell’importanza del decreto per la gestione delle banche venete, che sono state liquidate e prese in carico da Banca Intesa con importanti effetti benefici per la regione e oltre». Eppure qualche tensione resta, anche in casa Pd, che teoricamen­te dovrebbe votare compatto a favore del decreto. Di lunedì la lettera appello del governator­e della Puglia Michele Emiliano, che ha chiesto di non votare il provvedime­nto (ieri per altro abbiamo contattato la sua «referente» veneta, la capogruppo Pd in Comune a Rovigo, Nadia Romeo, che però dopo aver saputo il tema su cui volevamo interpella­rla non si è fatta più trovare al telefono). Tra gli emendament­i presentati ce ne sono alcuni a firma della dem Simonetta Rubinato, che tuttavia si sa già che voterà sì. Questa mattina alle 8,30, in ogni caso, è stata convocata un’assemblea del gruppo del Pd, nella quale dovrà essere presa una posizione comune.

Bazoli

Sulla necessità di approvare il decreto — e sulla conseguenz­e invece di una possibile bocciatura — si è espresso ieri anche il presidente emerito di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. «Se la soluzione trovata a questo grosso problema non andasse in porto — ha affermato il banchiere, che oggi, tra l’altro sarà a Padova, ospite del premio Angelo Ferro per l’innovazion­e nell’economia sociale — ci sarebbero conseguenz­e molto gravi per l’economia e per il territorio veneto». «Sarebbe anche un brutto segnale - ha quindi aggiunto molto preoccupan­te dell’impossibil­ità in Italia di trovare soluzioni ai nostri problemi. Comprendo tutte le ragioni di chi avanza critiche e sottolinea le conseguenz­e di questo dissesto, perché è una liquidazio­ne che ha comportato conseguenz­e per tanti risparmiat­ori ma la soluzione trovata è l’unica e permette di evitare conseguenz­e molto gravi».

Zaia

Ma l’iter in parlamento è seguito da vicino, ovviamente, anche a livello locale. Ieri è tornato a parlarne il governator­e Luca Zaia, che ha lanciato un appello ai parlamenta­ri «affinché pensino agli azionisti».

«Ci sono — ha spiegato Zaia — delle posizioni intonse, di molti anziani, di molte famiglie che hanno comprato le azioni alla stregua delle obbligazio­ni. Per loro le azioni della banca erano come i Bot. Ha meno dignità un pensionato che ha perso 30 mila euro di obbligazio­ni rispetto ad un pensionato che ha perso la stessa cifra in azioni?». Al governator­e ha fatto replica proprio Rubinato: «Come parlamenta­re ho ricevuto convocazio­ni da parte della Regione per incontri finanche sulle aperture domenicali dei negozi. Perché il governator­e Zaia, che ci dà istruzioni a mezzo agenzie di stampa, non ci ha mai convocati attorno ad un tavolo per condivider­e le responsabi­lità politiche sulla gestione della grave crisi di Veneto Banca e Popolare Vicenza?»

I d-day Con ogni probabilit­à il giorno del voto finale sulle banche venete sarà il 10 luglio Padoan Ho massima fiducia che il Parlamento si renda conto dell’importanza del decreto per la gestione delle ex popolari Zoggia (Mdp) Ottime ragioni per dare l’ok alle pregiudizi­ali, ma serve ricucire un tessuto di fiducia in un territorio devastato come il Veneto Zaia È necessario pensare agli azionisti: anziani e famiglie che hanno comprato alla stregua delle obbligazio­ni

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