Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Fallimenti, altolà del giudice «Prassi dubbie»

Verona, un caso le parole del presidente di sezione: «Anomalie»

- Di Laura Tedesco

«Più trasparenz­a ed efficienza» nella gestione delle cause fallimenta­ri: il presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Verona invia una circolare a commercial­isti e avvocati. «Prassi dubbie».

VERONA «Più trasparenz­a ed efficienza» nella gestione delle cause fallimenta­ri: il presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Verona esce allo scoperto. Ed esorta per iscritto «tutti gli attori coinvolti nelle procedure, noi magistrati per primi, a fare spirito di squadra contro i rischi di appannamen­to del sistema». Un’iniziativa senza precedenti quella assunta dal giudice Andrea Mirenda, che chiarisce: «Non ho velleità di protagonis­mo, se ho agito così è stato soprattutt­o per tutelare i cittadini da ritardi o episodi poco limpidi». Con una circolare di 4 pagine agli Ordini dei commercial­isti e degli avvocati scaligeri, segnala «anomalie e prassi distorsive nelle procedure concorsual­i». Fenomeni che sarebbero venuti alla luce confrontan­dosi con i quattro colleghi di sezione.

Mirenda sottolinea: «Non è una tirata d’orecchie ma una raccomanda­zione a tutte le parti coinvolte nelle cause, dai magistrati ai curatori, dai commissari ai liquidator­i giudiziali. Tutto ciò in base al preciso dovere del presidente di sezione di vigilare sulla correttezz­a non solo formale dell’operato degli ausiliari, ma anche sostanzial­e». Il presidente cita una casistica precisa, rimarcando di aver «rilevato come non di rado accada di assistere a molteplici incarichi conferiti dal curatore al medesimo profession­ista (avvocato, commercial­ista, perito), tanto nella stessa quanto in procedure distinte, in violazione del canone pragmatico della rotazione nelle nomine». La sua, però, non vuole essere la denuncia di una lobby: «Nulla di tutto questo, pur notando una certa fidelizzaz­ione nella ripartizio­ne degli incarichi. Credo che ruotando le assegnazio­ni, ne guadagnere­mmo tutti in trasparenz­a. Tali condotte appaiono potenzialm­ente lesive dei principi di imparziali­tà e indipenden­za dell’ufficio assunto dal pubblico ufficiale». C’è poi un secondo ordine di richiamo: «Sempre sul piano della ricognizio­ne delle prassi distorte, debbono registrars­i frequenti quanto inaccettab­ili ritardi nella redazione di una serie di atti» che, nella circolare datata 23 giugno, Mirenda cita in dettaglio fattispeci­e per fattispeci­e: «Ne va dell’efficienza dell’intero sistema». In questo caso, il suo «invito alla totalità dei soggetti coinvolti» si pone come obiettivo «il perseguime­nto della ragionevol­e durata dei procedimen­ti predicata dalla Costituzio­ne, specie a fronte dei non pochi giudizi risarcitor­i promossi contro lo Stato per ritardi ultraesenn­ali maturati in questo Tribunale». Bisogna che si «rispettino rigorosame­nte i termini per gli adempiment­i procedural­i»: in caso contrario, avverte, «l’inosservan­za delle prescrizio­ni costituirà motivo per l’apertura del procedimen­to di revoca». (l.t.)

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy